A dieci mesi dall’esordio della misura, ha inizio una nuova fase per il Reddito di Cittadinanza: infatti, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’8 gennaio 2020 del decreto del ministero del Lavoro, i beneficiari saranno soggetti ad nuovo obbligo, cioè svolgere i cosiddetti “progetti utili alla collettività” (Puc) nel Comune di residenza.
Le ore previste, senza alcuna retribuzione, sono circa otto settimanali, da impiegare in sei ambiti differenti: culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e relativo alla tutela del bene comune.
Si tratta di lavori socialmente utili alla collettività ai quali i percettori di Reddito di cittadinanza saranno obbligati nell’ambito del Patto per il lavoro e del Patto per l’inclusione sociale: per esempio potranno aiutare nell’assistenza domiciliare alle persone anziane, oppure essere di supporto nella manutenzione del verde pubblico.
Si tratta, sostanzialmente, di una nuova formula che ricalca quella dei lavori socialmente utili del 1993, che riguardava coloro che percepivano la cassa integrazione straordinaria, estesa successivamente anche ai lavoratori in mobilità e ai disoccupati di lunga durata, con il governo Prodi I.
Il sussidio cesserà immediatamente di essere erogato a chi non rispetterà l’obbligo.
F. Becchere
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