Oggi è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, una ricorrenza istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione numero 54/134.
In questa data si celebrano tutte le attività a sostegno delle donne, sempre più vittime di violenze, molestie, fenomeni di stalking e aggressioni, sopratutto tra le mura domestiche.
La violenza di genere ha molti volti e sfaccettature, alcuni quasi invisibili; uno di questi è il dramma dei figli delle vittime di femminicidio, vittime anch’essi due volte, per la tragedia umana e per una legge inapplicata per mancanza dei decreti attuativi, che ha il compito di tutelarli.
Proprio in queste ore è arrivata una notizia che fa ben sperare: il ministero dell’economia ha sbloccato i 12 milioni del fondo per gli orfani che finanzieranno borse di studio, spese mediche, formazione e inserimento al lavoro.
Anna Maria Busia, avvocata ed ex consigliera regionale ha espresso la sua soddisfazione; è suo, infatti, il testo della bozza sulla proposta di legge, approvata a dicembre del 2017 ed entrata in vigore a gennaio del 2018 che ha visto primi firmatari i sardi Roberto Capelli e Luciano Uras.
«Finalmente qualcosa si è sbloccato e proprio a ridosso della data significativa del 25 novembre – ha commentato Anna Maria Busia – con quei 12 milioni ora disponibili certo non si può compensare quel carico di dolore, ma ci sono vite da ricostruire, dolori e traumi da rielaborare e serve un sostegno, perché un giorno “da grandi” verranno a sapere cosa è successo e cosa c’è all’origine della loro sofferenza. Verità dure che sono state nascoste per protezione».
L’avvocato Busia si è pronunciato anche sulla vicenda di Dina Dore, la donna di Gavoi uccisa il 26 marzo 2008 nel garage di casa ed il cui caso è di nuovo sotto i riflettori perchè la madre e le due sorelle di Francesco Rocca, il dentista condannato all’ergastolo in via definitiva come mandante dell’omicidio della moglie, hanno presentato due cause civili, che lo spoglierebbero dei beni dei quali è intestatario.
In questo modo non sarebbe possibile assicurare alla figlia dodicenne il risarcimento garantito dalla legge agli orfani minorenni di femminicidio; Graziella Dore, sorella della vittima, a cui la ragazzina è stata affidata, ha deciso di combattere per i diritti della nipote.
«Capita ogni volta ed ogni volta mi assale l’indignazione – ha affermato l’avvocato Busia – con i figli delle vittime privati di tutto. Tutto affidato all’infinito amore delle famiglie a cui vengono dati in affido».