Nei giorni scorsi ha ricevuto un avviso di chiusura indagini dove, oltre a decine di casi di estorsione, è chiamato a rispondere di ‘morte per conseguenza di altro reato’ perché una delle sue vittime si suicidò. Oggi per Simone Atzorì, 41 anni è arrivato il colpo di scena: considerato un vero e proprio re nel campo delle cyber-truffe, la Corte d’appello di Torino, nel corso di un altro processo, ha disposto su richiesta dell’avvocato difensore Antonio Mencobello una perizia psichiatrica perché ci sono dubbi sulla sua salute mentale.
Ultimo avviso di conclusione delle indagini a carico di Atzori, notificato dalla procura di Torino, riguarda, fra l’altro, la vicenda di un giovane che l’11 luglio 2017 si tolse la vita impiccandosi nella propria abitazione in provincia di Nuoro. Il cyber-truffatore, secondo le indagini del Carabinieri, aveva agito seguendo la sua procedura abituale: spacciandosi per un agente della polizia postale, disse alla vittima che, poiché aveva pubblicato un annuncio su un sito di incontri, doveva dargli del denaro. Agli atti risulta che gli telefonò 67 volte in tre giorni.