Domani è la giornata Mondiale del Diabete. Iniziative in tutta Italia per una malattia cronica in aumento.

Domani si celebra la Giornata mondiale del diabete, quest’anno con il tema “Diabete: proteggi la tua famiglia“, per dare rilievo al ruolo centrale che ha la famiglia nell’assistenza fisica e psicologica della persona con il diabete.

Tutto il Paese accoglierà una serie di iniziative promosse dalla Società italiana di diabetologia (Sid) con incontri, zone informative, misurazione della glicemia, dibattiti, manifestazioni per invitare all’attività fisica e l’illuminazione blu dei principali monumenti delle città in collaborazione con le amministrazioni comunali.

Si alla sensibilizzazione dunque, ma anche consigli pratici per la prevenzione: l’anno scorso si sono diffuse le istruzioni per l’attività fisica e quest’anno le indicazioni su come mangiare in modo sano senza rinunciare al gusto.

«Il tema del 2019 – ha dichiarato il presidente Sid Francesco Purrello – pone come centrale l’importanza che ha la famiglia rispetto alla comparsa e alla gestione della malattia. La SID ha deciso di mettere a fuoco in particolare il suoi ruolo nelle scelte alimentari. Soprattutto nel caso del diabete, si può dire che la salute inizia a tavola, visto lo stretto legame tra quantità, composizione della dieta e comparsa del diabete tipo 2, molto spesso dovuto proprio ad errori nell’alimentazione».

Le cifre non sono confortanti: sono 425 milioni le persone che vivono con il diabete e potrebbero arrivare a 629 milioni entro il 2045. I diabetologi non nascondono la loro preoccupazione anche perché poche azioni efficaci potrebbero essere utili ad abbattere il rischio diabete ed a prevenire più del 50% dei casi di diabete di tipo 2.

Sono due i cardini della prevenzione: attività fisica e dieta. Per questo è importante parlarne, soprattutto alle famiglie, vera culla della prevenzione.

Ci sono alcuni dati emersi dal Rapporto Arno Diabete e diffusi dal Sid che risultano quasi inspiegabili: le donne con diabete ricevono meno assistenza degli uomini, vengono prescritti meno farmaci, meno dispositivi, meno esami e meno visite specialistiche, rispetto agli uomini.

Evidenziato anche l’incremento del diabete gestazionale, in particolare fra le donne di altra etnia o provenienti da altri Paesi, ma residenti in Italia, che genera complicanze nel  7% delle gravidanze, con percentuali maggiori nelle donne nate all’estero.

Uno dei motivi per cui è importante la prevenzione è squisitamente economico: infatti ben dieci miliardi di euro, più o meno il 10% del Fondo sanitario nazionale è la spesa annuale legata al diabete a carico del Servizio sanitario, un dato indicativo, che si riferisce a tariffe più che a costi effettivi e sono dunque, certamente superiori.

La maggioranza della spesa è data dalle complicanze; le prescrizioni di farmaci per le persone con diabete sono  più del doppio rispetto alla popolazione senza diabete così come anche le prestazioni ambulatoriali diagnostiche o terapeutiche sono del 50% superiori.

Vengono ricoverate il doppio rispetto ai non diabetici e la loro permanenza in ospedale durante un ricovero è più lunga.

Per quanto riguarda i farmaci utilizzati per la terapia, il Rapporto evidenzia che il 25% dei diabetici viene trattato con quelli più moderni, mentre il 30% continua ad assumere farmaci come sulfaniluree e glinidi, considerati di terza-quarta linea dalle linee guida correnti.

«I nuovi farmaci – avvertono i diabetologi – possono essere prescritti ancora solo dagli specialisti e questo impedisce l’accesso all’innovazione a quei pazienti che non afferiscono mai ai centri diabetologici».

A preoccupare i medici è anche il fatto che quasi un diabetico su 4 non esegua annualmente neppure un esame del sangue, cosa indispensabile invece per i parametri di laboratorio che sono essenziali nel monitoraggio della malattia e che addirittura 1 paziente su 3 non effettui alcuna visita specialistica.

© Tutti i diritti riservati

Share
Published by
Sonia