È visitabile fino a lunedì 30 settembre 2019 la mostra fotografica “Wolf Suschitzky & The Sardinian Project”: ospitata nei locali dell’Ex Artiglieria di Nuoro, l’iniziativa consta di uno straordinario corpus fotografico di circa mille immagini realizzate in Sardegna nel 1948 e nel 1950 da Wolf Suschitzky quale documentazione del Sardinian Project, l’eroica campagna di eradicazione della malaria in Sardegna (APPROFONDISCI).
Inaugurata il 5 luglio dall’Istituto Superiore Regionale Etnografico negli spazi dell’ex Artiglieria di Nuoro, l’esposizione curata da Paolo Piquereddu – già direttore generale dell’Isre – è stata un grande successo di pubblico e di critica.
Sono 190 immagini che documentano il senso di una grande impresa, un’operazione che coinvolse oltre trentamila operatori nel territorio, raccontando al contempo la Sardegna pre-industriale; in definitiva, un affresco di grande interesse.
I locali del Magazzino 3 dell’Ex Artiglieria in questi mesi hanno cambiano veste e da luoghi militari sono diventati, ancora una volta, spazi espositivi, dopo il successo della straordinaria personale su Dario Fo. Attraverso questa mostra fotografica l’Isre ha voluto raccontare un’impresa storica e ha suggellato la metafora di un’Isola che con caparbietà riesce a superare le difficoltà e sa trovare la strada della rinascita.
Le immagini di Suschitzky raccontano visivamente la fine di un incubo iniziato al tempo dei cartaginesi e che nell’Isola ancora agli inizi del ‘900 faceva duemila morti ogni anno. “Sardinia Project” fu il nome del progetto durato quattro anni e terminato con un’incredibile vittoria. Ancora nel 1946 erano diecimila i malati primitivi e 65mila quelli recidivi; nel 1950 erano diventati cinquanta i nuovi casi, nel 1951 appena nove.
Le fasi del progetto furono due. La Sardegna fu stata frazionata in quattro regioni, undici divisioni, quarantaquattro distretti. Furono individuati un milione e 250mila focolai. Nella prima l’obiettivo era distruggere le zanzare adulte e sono state bonificate abitazioni, edifici pubblici, scuole, casolari e fienili, ponti, pozzi minerari e cave, installazioni militari e persino grotte. Nella seconda fase, la così detta operazione anti larve, con aerei e squadre di disinfestatori a terra furono irrorati corsi d’acqua e paludi, e costruiti canali di bonifica. L’esercito dell’Erlaas era composto da 32mila uomini, duecento automezzi e quattro aerei.
La guerra alla malaria fu documentata da Suschitzky anche in qualità di operatore di due film – “The Sardinian Project” (1948) e “Adventure in Sardinia” (1950), in corso di acquisizione da parte dell’Istituto Etnografico che i già possiede il fondo costituito dall’intero corpus fotografico.