Omicidio Manuel Careddu: la difesa della ragazza chiede affidamento in prova

Salvatore

Omicidio Manuel Careddu: la difesa della ragazza chiede affidamento in prova

mercoledì 26 Giugno 2019 - 21:02
Omicidio Manuel Careddu: la difesa della ragazza chiede affidamento in prova

Un ritratto di Manuel Careddu

La condanna chiesta dall’accusa, davanti al giudice del Tribunale per i minori di Cagliari, è di diciotto anni di reclusione.

I due giovanissimi, un ragazzo e una ragazza, che al momento del delitto avevano 17 e 16 anni, sono accusati di aver partecipato all’omicidio di Manuel Careddu, il 18enne massacrato sulle rive del lago Omodeo l’11 settembre 2018.

Prima la sostituta Grazia Manganello, poi anche la procuratrice Anna Cau, hanno ricostruito tutte le fasi dell’omicidio chiedendo per entrambi gli imputati una condanna che partisse da 27 anni con lo sconto di un terzo per la scelta del rito abbreviato. I pubblici ministeri hanno riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti, così come previsto quando a commettere un reato sono dei minori.

Per la ragazzina è stata chiesta la messa alla prova, per il 16enne l’assoluzione dall’accusa di concorso nell’omicidio volontario per il giovanissimo complice.

Gli avvocati Giancarlo Frongia e Gianfranco Siuni – difensori dei due minori per i quali questa mattina le pm hanno chiesto 18 anni di reclusione – hanno parlato per oltre tre ore e mezza davanti al giudice del Tribunale dei minori di Cagliari.

Il legale dell’imputata adolescente ha chiesto alla giudice Michela Capone la sospensione del processo e l’affidamento in prova, in subordine il mancato raggiungimento della prova. L’avvocato Siuni, invece, ha sostenuto che il suo assistito non ha partecipato all’omicidio e che non fosse a conoscenza delle intenzioni dei suoi complici, sollecitando dunque solo una pena minima per l’occultamento di cadavere. Una volta ucciso Careddu, il minore avrebbe aiutato a nascondere il corpo.

«Ho dimostrato che mancava la premeditazione – spiega il legale – poiché c’è un’intercettazione dalla quale risulta in maniera inequivocabile che il mio assistito non sapesse che cosa doveva succedere fuori dall’auto. Ora spettiamo sereni la decisione del Tribunale».

Come sempre l’udienza si è svolta a porte chiuse: oltre ai due giovanissimi imputati era presente in aula anche la mamma della vittima, che ha ascoltato in silenzio la requisitoria dei due OM. La sentenza è prevista per il 4 luglio.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Sostieni l'informazione libera e indipendente di Cronache Nuoresi