Dopo 5 anni all’opposizione, Piero Casula, a capo della lista “Un’altra Bosa”, ritorna sullo scranno del sindaco. A decretarlo sono 1931 voti, che costituiscono il 43,10 %, guadagnati nello scontro con altre tre liste, risultato che non ammette discussioni. All’interno della lista, il consigliere regionale dei Riformatori Alfonso Marras è risultato il più votato.
Avversaria principale è risultata Rosalia Acca, che torna in consiglio comunale ancora all’opposizione, a distanza con 1319 voti, pari al 29,4 %, e piazza 2 consiglieri, oltre la capolista. Tra questi ultimi sono rimasti esclusi i più autorevoli esponenti del Partito Sardo d’Azione, che prendeva parte alla cordata, e l’ex consigliere regionale del Partito dei Sardi, Augusto Cherchi. Molto distanziata, con 979 voti, pari al 21,9%, è risultata la lista “Insieme si cambia” di Alessandro Naitana, già sindaco di Magomadas, che entra in consiglio insieme a un altro rappresentante. Fanalino di coda la lista “Cambiamo insieme Bosa”, capeggiata da Luca Sergio Lelli, che totalizza 251 voti, pari al 5,6% .
Quest’ultima lista non avrà nessun rappresentante in consiglio. Fatto rilevante l’aumento dell’astensionismo. Hanno votato infatti 4589 elettori, su 7983 aventi diritto, pari al 57,92 %. Rispetto alla scorsa scorsa competizione comunale c’è un calo del 5% che costituisce un fatto abbastanza anomalo considerato che le elezioni comunali, specialmente quest’ultima che vedeva 4 liste, sono sempre quelle che, considerato anche il numero dei candidati locali, spinge più lettori alle urne. Da rilevare inoltre che la clamorosa mancanza, dopo tanti anni, di una lista di centro- sinistra, deve aver avuto una conseguenza. Nelle ultime comunali del 2014 il sindaco uscente Luigi Mastino, riportò 2238 voti, pari al 45,78%. Tutte e quattro le liste di questa competizione pescavano nel centro-destra. Questo ultimo fatto la dice lunga sulla crisi che il PD attraversa, soprattutto in termini di organizzazione, e non solo locale. Difficile, inoltre, capire dove siano finiti i voti dei simpatizzanti di Cinque Stelle che, alle europee, aveva riportato un altro cospicuo numero di voti. Non è da escludere che l’assenza dei due movimenti abbia contribuito all’alto astensionismo.
Pier Gavino Vacca
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