Casualità e passione: sono alcuni degli elementi che hanno portato Salvatore Pireddu, giovane nuorese, alla pubblicazione di Saya, un libro dove memoria storica e familiare s’intrecciano fatalmente.
Marina Moncelsi, in qualità di Presidente dell’Istasac, Istituto Storico dell’antifascismo: ìIl libro, oltre ad essere bello dal punto di vista editoriale e perfettamente storicizzato. Coinvolgente non solo per l’intreccio, ma per la capacità di mantenere l’attenzione costante sulle vicende e i protagonisti.
Siamo nella Polonia del 1939 e Saya fa parte di una famiglia ebrea polacca. Sono tre figli ma sopratutto sono tre diversi modi di essere ebrei, tre diversità di vedute, comportamenti ed esiti.
«Ho conosciuto una discendente della famiglia di Saya, il protagonista del libro. Si tratta di una ragazza di origine polacca che mi ha raccontato la loro storia, affidandomi il memoriale. Sentivo tra le mani una grande responsabilità: la dignità di persone che in quei tragici eventi era stata completamente annullata. Il Nazifascismo tuttavia non è riuscito a cancellare questa famiglia» ha detto, durante la presentazione del libro, lo scrittore.
Fatima Becchere
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