Nuoro. 50anni d’arte di Alfonso Silba in una retrospettiva al Museo del Costume

Si inaugura il 5 aprile 2019 (alle ore 18,30 il taglio del nastro), al Museo del Costume di Nuoro l’antologica Alforso Silba. Opere – 1969-2019, del pittore avellinese residente in Sardegna da oltre cinquant’anni, il 5 aprile 2019. La mostra – che chiude il 28 aprile – comprende alcuni tra i più importanti dipinti dell’artista, tra i quali quelli ispirati all’opera di Grazia Deledda, scrittrice nuorese premio Nobel per la Letteratura.

L’invito alla mostra di Alfonso Silba

«La mostra – spiega Giuseppe Matteo Pirisi, Presidente ISRE – è un omaggio a un significativo artista, e nello specifico dice quanto ancora oggi l’opera di Grazia Deledda sia capace di riverberare sulla contemporaneità, fornendo spunti e stimoli culturali, poetici e visivi».

A.Silba, “Condanna”, 1985

L’esposizione, un compendio di circa cinquant’anni di ricerca artistica di Silba, si concentra soprattutto sui lavori dell’ultimo decennio, quelli in cui la ricerca del pittore si orienta verso un taglio interpretativo letterario: si spazia così dai romanzi della Deledda (Cosima, Marianna Sirca, L’Edera, Canne al vento, La madre, Cenere) a Salvatore Satta e il suo Giorno del Giudizio; da Emilio Lussu e la sofferta testimonianza sulla Grande Guerra combattuta negli altipiani e nelle logoranti trincee del nord Italia fino a Sergio Atzeni e il suo Passavamo sulla terra leggeri.

A.Silba, “Canne al vento (morte di Efix)”, 2019

Suddiviso in tre ambienti, il percorso di visita propone una sintesi del lavoro prolifico e poliforme dell’artista, presentando novanta opere fra oli, acrilici, ceramiche, disegni.

A.Silba, il villaggio arcaico, 1996

L’allestimento è curato dall’architetto Antonello Cuccu mentre il catalogo, edito da Poliedoro  è introdotto da un saggio critico di Efisio Carbone.

Un’opera ceramica di Alfonso Silba

Alfonso Silba (Avellino 1945) nasce in Irpinia, Campania. Diplomatosi all’Istituto d’Arte di Avellino nel 1964, si è formato presso la Libera Scuola d’Arte del professore umanista Filippo de Jorio. In questa “bottega”, fra le altre attività artistiche (restauro, tecniche pittoriche, scultoree e incisorie) ha iniziato a cimentarsi con la ceramica, pratica scultorea che ha mantenuto parallela a quella pittorica. Nell’ottobre 1965 si è trasferito in Sardegna per insegnare Educazione Artistica nelle scuole Medie Statali di Orosei, centro della Baronia nel quale, dal quel momento, risiede e opera. Il suo esordio isolano risale al 1966 con la personale tenutasi a Orosei, saletta Savanella, segnalata il 1 marzo nella “Rassegna d’Arte” del quotidiano La Nuova Sardegna. Da allora, la sua vivace presenza nell’area baroniese, ha tessuto una fitta trama di impegni sociali, quale promotore, curatore e responsabile artistico per Enti pubblici, Istituti religiosi (suo, fra gli altri interventi nelle chiese di Orosei, il portale della parrocchiale di San Giacomo) o laici, in primis il Centro Studi “G. Guiso” di Orosei. La sede del Comune di Orosei conserva una sua vasta composizione ceramica dedicata all’eroe che contrastò le incursioni saracene, Tomaso Mojolu.

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Salvatore