Anche a Bortigali si è tenuta una manifestazione di protesta per il prezzo del latte. Niente però latte versato per la strada, urla o, men che meno, assalti mascherati a camion che trasportano derrate alimentari. Nella piazza sotto l’edificio comunale, su iniziativa del sindaco Francesco Caggiari, veterinario che conosce molto bene il mondo delle campagne, si è svolto un civile dibattito alla fine del quale, come segno di protesta, è stato distribuito il latte a chi lo richiedeva e, quello rimasto, sarà lavorato e trasformato in formaggio per essere poi donato a qualche istituto. Una manifestazione tranquilla dunque, e non poteva essere altrimenti visto che Bortigali è la sede di una gloriosa cooperativa, già dal 1907, nata per contrastare l’ingordigia degli industriali caseari che, nella vicina Macomer, vessavano i pastori. Negli ultimi anni la cooperativa ha pagato il latte in media un euro al litro, ma, quest’anno sarà costretta a pagare di meno, forse una cifra vicina a quella contestata. In tutto il circondario del Marghine si sono svolte manifestazioni con abbondanza di liquido versato. Ora, pare, in molti paesi si esporrà un lenzuolo bianco alle finestre.
Tuttavia, al di la delle manifestazioni plateali, mancano i momenti di riflessione su che cosa fare e chi lo deve fare. Come, per esempio, evitare le sovrapproduzioni, o almeno indirizzarle su altro che non sia il pecorino romano. Come evitare che il prezzo del pecorino romano condizioni il prezzo del latte anche a chi produce altri tipi di formaggio. Come evitare la pluralità di soggetti che commercializzano il prodotto e abbassano il prezzo. Come e dove realizzare un accordo di filiera che salvaguardi gli interessi di tutti, pastori e trasformatori. Dove trattare un accordo: a Roma, dove già il presidente Conte ha detto che non saranno possibili aiuti di stato, o a Cagliari dove la Regione è già in forte ritardo su questa vicenda.
Pier Gavino Vacca
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