Sono cominciate all’alba nel Cagliaritano le perquisizioni nelle abitazioni di due giovani che, secondo la Polizia, potrebbero essere collegati alla rete dei foreign fighter, combattenti all’estero soprattutto nello scenario Siria-Iraq. L’operazione è coordinata dalla DDA di Cagliari e dalla Digos di Nuoro e coinvolge anche la Digos di Cagliari.
La prima perquisizione è scattata alle 6,00 di oggi e sarà seguita da un altro intervento in un altro appartamento.
La “figura centrale” dei foreign sardi sarebbe – secondo le indagini – quella di Pierluigi Caria, individuato da una foto al “fronte” con una bandiera dei Quattro Mori (APPROFONDISCI).

La foto da cui è partita l’indagine che ha portato al fermo di Caria
Ora le indagini e i controlli si sono allargate a tutta l’isola, e riguarderebbero le persone che negli ultimi mesi sono state in contatto con lui. Un’operazione estesa a diversi paesi della Sardegna, con due casi anche nella provincia di Cagliari.
L’unico provvedimento preso nei confronti del presunto foreign fighter italiano, residente a Nuoro, nell’ambito di un’indagine dell’Antiterrorismo della Polizia e della Digos di Nuoro sulle attività di combattimento all’estero, è relativo al divieto di espatrio.
Non vi sarebbe nessuna fattispecie di cellula eversiva e viene solo ipotizzato ma non ancora contestato, il reato di partecipazione ad organizzazione terroristica. Secondo le indagini Caria, 33 anni cresciuto in ambienti indipendentisti dove è conosciuto con il nomignolo di “Luiseddu” (Luigino in lingua sarda), ha combattuto con le milizie curde e sarebbe stato in procinto di ripartire per il “fronte”: Iraq e da qui in Siria. L’uomo avrebbe sostenuto il Partito dei lavoratori del Kurdistan, il PKK – ritenuto dalla Turchia e anche dalla Ue un’organizzazione terroristica ma da sempre in prima linea contro l’Isis – anche attraverso i social media a sostegno del Kurdistan libero.
“Chi combatte l’Isis non può essere accusato di nessun atto terroristico”. È una delle testimonianze di solidarietà espresse su Facebook nei confronti di Caria. Gli attestati di stima e vicinanza vengono pubblicati proprio sul profilo Fb di Caria e arrivano soprattutto da rappresentanti dell’indipendentismo isolano. Liberu, ad esempio, esprime sconcerto per l’imputazione di “terrorismo”. Sottolineando che è assurdo “accusare una persona, chiunque essa sia, di terrorismo per l’ipotesi che abbia potuto aiutare i curdi che combattono contro l’Isis”. Decine le testimonianze di solidarietà a Caria che vengono in queste ore pubblicate su Fb. Con domande che ripetono più o meno lo stesso canovaccio: “Ma i terroristi non sono quelli dell’Isis?”.