Ha suscitato un putiferio la decisione del sindaco di Bosa Luigi Mastino il quale, dopo l’edizione annuale del Bosa Beer Fest, tenutasi il 13 agosto raccogliendo la protesta di numerosi cittadini, ha impugnato carta e penna e ha emesso un’ordinanza per i due giorni successivi, il 14 ed il 15, per limitare la musica all’aperto in tutto il litorale, portando l’orario di cessazione dalle tre alle una e mezza di notte.
Non l’avesse mai fatto! Si è subito sollevato un coro di proteste da parte degli operatori, i quali ritengono che la magra stagione di quest’anno, così da loro ritenuta, aveva bisogno di un ricostituente.
Alla polemica si è aggiunta la Minoranza, ad opera del rappresentante del gruppo “Per Bosa”, Pier Franco Casula, il quale ritiene discutibile la decisione di permettere la musica all’aperto per 20 giorni all’anno, e per soli 2 giorni la settimana, ritenendola limitativa per gli operatori, specialmente d’estate, con il massimo afflusso di turisti. Casula ritiene anche che il così detto piano acustico, con norme dettate dall’ARPAS, permetta delle deroghe e quindi non sia vincolante.
Alle lamentele degli operatori ha aderito anche il vicesindaco Maura Cossu, pur precisando che la decisione del sindaco è comunque legittima e la sua posizione non costituisce motivo di rottura con la maggioranza.
L’atteggiamento del sindaco pare sia stato dettato dalle numerose proteste che sono arrivate alle forze dell’ordine la notte della festa della birra, che si è protratta a lungo. La questione non è nuova e, tutti gli anni, si alzano le proteste degli abitanti che vogliono dormire tranquilli, almeno da una certa ora.
Il problema non è da poco se si pensa che si devono conciliare le esigenze, oltre quelle degli abitanti, anche quelle di chi vuole passare una estate in stile riviera adriatica o chi invece viene a Bosa per riposarsi. Ne va, in tutti i casi, la caratterizzazione di Bosa come centro turistico, o vivace o rilassante. Oppure, forse, conciliando le due cose in maniera sopportabile, si raggiungerebbero risultati migliori.
Pier Gavino Vacca
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