Macomer: Celebrato il congresso provinciale del PdS. Chiesta la candidatura d Maninchedda

«Stiamo tentando di tenere alte le nostre idee». In una sala gremita del Centro di Servizi Culturali Paolo Maninchedda apre il congresso provinciale del Partito dei Sardi, di cui è segretario e fondatore.

«Compito alto della politica -prosegue – è saper governare le complessità senza paura». E poi la linea politica: un governo nazionale della Sardegna, dai liberali ai laburisti, con la frontiera dell’antifascismo ed antirazzismo.

Il segretario del PdS ha poi proseguito con una considerazione sul clima elettorale che caratterizza la competizione del 4 marzo in vista della quale «si è scatenata una violenza che non si vedeva da molti anni, dove il confronto politico si è trasformato in attacco personale e le forze politiche si caratterizzano più per la protesta che la proposta, come il movimento 5 stelle».

Preoccupazione per il risorgere del fascismo, ma anche della violenza spicciola, come quella che si vede nella scuola. Non sono mancate le critiche anche a certa magistratura, accusata di «cercare a tutti i costi il reato spesso nell’assioma che politico uguale a disonesto». E poi il sogno indipendentista: la Sardegna deve aprirsi al mondo se vuole contare e, per essere in Europa, avere una voce che valga nel confronto anche con i potenti del mondo, ad esempio gli USA. Per questo anche l’attenzione per ciò che succede nel Mediterraneo, esempio in Turchia. Il resto della relazione, per gran parte tenuta a braccio, è proseguita con l’elenco delle opere mandate avanti, “con un piccolo tre per cento”, come orgogliosamente rivendicato, come il risanamento dei canali tombati nei paesi, la legge sugli appalti, lo sblocco dei cantieri ANAS, i cantieri forestali, le piste ciclabili, la vertenza entrate. Ma anche le cose da fare come porre mano al sistema scolastico che provveda alla formazione di professionalità strategiche, lo sviluppo della chimica verde. Pochi i rappresentanti di altri partiti in sala. Pitzalis di Forza Italia, Carbone di Progres, movimento attualmente in dialogo con il PdS. Le parole magiche che tutti aspettavano sono venute dal sindaco di Macomer Antonio Succu: il PdS chiede che le prossime elezioni vedano Paolo Maninchedda presidente della regione.

Per il resto Succu, oltre ad una analisi sulle diseconomie della Sardegna, ha riaffermato la validità di alcuni temi, che hanno destato non poche critiche dall’opposizione, come l’inceneritore a conduzione pubblica, in un’ottica di una graduale dismissione, il Centro di Permanenza e Rimpatrio nei locali dell’ex carcere. Il dibattito è andato avanti con argomenti sviluppati secondo le competenze degli intervenuti: Rossana Ledda con la necessità di rivedere il regolamento del Consorzio Industriale che penalizza chi vuole acquistare gli edifici dismessi, Salvatore Palitta sulla valorizzazione del pecorino romano, Sergio Masia sulla necessità di un sistema scolastico a misura di Sardegna,

Roberto Manus con la valorizzazione delle competenze dei giovani laureati tramite l’Urban Center di Macomer. E poi diversi esponenti si sono alternati sul sistema dei trasporti, sulla burocrazia e altro ancora. Conclusioni, come di prammatica, al presidente Franciscu Sedda, che ha definito il congresso di qualità nazionale ed ha ricordato la “mission” del partito che è quella di arrivare, con decisione, ma senza fretta e in modo democratico, all’autodeterminazione.

Pier Gavino Vacca

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Sonia