Prende corpo lentamente la rete di imprese della Planargia, con l’obbiettivo di creare il “Distretto agricolo e del cibo Terre di Planargia”. Se ne è discusso nei giorni scorsi a Tinnura, nel centro polivalente, dove una trentina di imprese del settore hanno incominciato a mettere a fuoco il percorso che le porterà a costituire il distretto per la valorizzazione dei prodotti locali. Prodotti che, peraltro, godono già di un nome affermato come la malvasia, l’olio della cultivar “bosana”, che è presente in tutta la Sardegna, il carciofo spinoso e così via. Il territorio è, inoltre, ben caratterizzato da una storia e tradizioni affermate. L’idea è quella di aggregare le produzioni sotto un unico marchio, l’accrescimento delle capacità commerciali attraverso la partecipazione a fiere, anche con la produzione di materiali promozionali comuni.
La rete di imprese, che ha già un presidente designato nella persona di Franco Madeddu, si organizzerà delegando ad una impresa capofila la gestione delle assunzioni di personale e della contabilità. In questo modo ogni impresa anche se piccola, potrà usufruire di manodopera a costo conveniente. L’idea è anche quella di creare dei pacchetti agroturistici. Il metodo pare interessi anche il settore alberghiero che dovrebbe avvalersi sua volta di una simile struttura.
Il lavoro della rete non sarà facile. Potrebbero essere però interessanti le prospettive nel campo della riqualificazione delle produzioni agricole se si pensa che, per esempio nel settore olivicolo, si parla della esistenza in zona di almeno 120.000 piante, la maggior parte delle quali abbandonate. Paradossalmente la varietà bosana, ritenuta ottima come rapporto qualità-quantità, deve essere acquistata in Sicilia per nuovi impianti.
L’idea è quella di proporre, nell’enogastronomia un percorso garantito “ dal seme al piatto”, in sinergia con il settore della ricezione. Interessante anche la prospettiva di concorrere ai fondi diretti europei, per cui si metterà una figura che si occupi della gestione dei finanziamenti.
La rete intende cercare anche la collaborazione con gli enti regionali come Laore e Agris.
Pier Gavino Vacca