La sede INPS di Macomer copre un bacino d’utenza di circa 40 mila abitanti, operando in un territorio che comprende il Marghine, la Planargia e il Montiferru. Troppo poco secondo il Ministero dell’Economia, che richiede un minimo di 60 mila residenti per tenere aperte le agenzie territoriali.
La chiusura è nell’aria da mesi. La decisione sullo stop alle attività, sospesa lo scorso novembre, ora sembra imminente. Tanto che il sindaco Antonio Succu ha preso carta e penna e si è rivolto direttamente al presidente della Regione Francesco Pigliaru e al presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau.
Una missiva condivisa anche dal capogruppo di maggioranza, Gianfranco Congiu, e dal rappresentante dell’opposizione Giuseppe Ledda. Tutti insieme per evitare che Macomer perda per strada un’altro importante pezzo, dopo la chiusura del carcere, delle sede distaccata del Tribunale di Oristano, della Guardia di finanza e della Polizia ferroviaria.
«La chiusura degli uffici di Macomer – si legge nella lettera inviata in Regione – arrecherebbe un danno irreparabile a tutto il territorio della Sardegna centrale, contribuendo in modo inesorabile al suo spopolamento. Le persone anziane avrebbero difficoltà a raggiungere la sede di Nuoro e il danno sarebbe ancora più grave considerato che l’istituto previdenziale, oltre a occuparsi di pensioni, disoccupazioni e ammortizzatori sociali, insieme alle amministrazioni gestisce il reddito di inclusione sociale, essendo l’ente beneficiario per il 2018 e quindi quello titolato a selezionare i beneficiari».
Da qui la richiesta di avviare immediatamente un tavolo di discussione che eviti l’ennesimo “scippo” ai danni della popolazione.
Al piano di razionalizzazione mancano solo i decreti attuativi, che arriverebbero come una scure senza appello su un territorio già gravemente provato dalla crisi economica. In provincia di Nuoro, oltre a quella di Macomer, a rischio ci sono le sedi INPS di Gavoi, Siniscola e Sorgono, anch’esse prive del numero di abitanti richiesti dal Ministero dell’Economia.
Sabrina Fara
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