Le famiglie sarde spenderanno in media 239 euro. Meno del 2017
Archiviate le spese di Natale e per i cenoni, subito al via i saldi invernali del 2018 che in Sardegna inizieranno domani, ma senza nessun botto. Gli sconti arrivano giusto in tempo per rifornire la Befana, anche se i consumatori non si daranno a spese folli. La spesa media per famiglia si aggirerà intorno ai 239 euro, venti euro in meno rispetto all’anno scorso, e si attesta molto al di sotto della media nazionale che registra una spesa di 331 euro.
Le stime sono del centro studi di Confcommercio Sardegna, che imputa il decremento alla generale situazione di incertezza che anima i sardi e alla tattica “attendista” messa in campo dai consumatori.
Poche, quindi, le aspettative per i commercianti del settore abbigliamento, calzature e accessori, che non vedono grandi prospettive, nonostante la nota mensile dell’indicatore anticipatore dell’attivita economica targato ISTAT registri una ripresa.
Pro capite nell’Isola si spenderanno circa 105 euro mentre nel resto d’Italia la stima è di 143 euro. Il 33,4% dei sardi spenderà sino a 50 euro e il 46,8% tra i 50 e i 100 euro. Solo il 13,9% spende tra i 101 e i 200 euro, mentre sopra i 200 la percentuale scende al 5,9%.
I saldi partiranno subito con percentuali importanti di sconti che vanno dal 30% al 70%.
“I consumi stentano a ripartire e la fiducia di consumatori e imprese non sembra beneficiare delle note leggermente positive che arrivano dalle statistiche, afferma il presidente regionale dell’associazione, Alberto Bertolotti. I saldi rappresentano un’occasione importante per i consumatori a caccia dell’affare e per gli operatori commerciali sono fondamentali per recuperare gli investimenti fatti in questi anni di crisi, dal rinnovo dei punti vendita alla gestione dello shop on line sino all’acquisto della merce, che, purtroppo, rimane negli scaffali per troppo tempo”.
Ma cosa serve per dare una spinta ai consumi? Secondo Bertolotti «non bastano sterili affermazioni sullo stop agli incrementi delle tasse, ma servono azioni di sistema che permettano ai consumatori di avere un maggiore potere d’acquisto e ai commercianti di poter continuare a stare sul mercato: quindi politiche di sostegno e rilancio dei consumi ma anche regole certe e moderne e più controlli non solo sul fronte dell’abusivismo, ma anche sulle vendite promozionali dilaganti prima dell’avvio ufficiale dei saldi, in modo da non penalizzare tutti i commercianti che si attengono scrupolosamente alla normativa regionale».
Sulle vendite promozionali avviate prima dei saldi invernali è interventuta anche la Confesercenti Sardegna. Per l’associazione si tratta di un danno per quanti rispettano la normativa vigente: «La legge 5 sui saldi fa acqua da tutte le parti, ha un sistema sanzionatorio inadeguato, afferma Gian Battista Piana, direttore Confesercenti Sardegna. Da anni in assessorato giace una nostra proposta tesa a inasprire le sanzioni sino alla chiusura dell’esercizio in caso di reiterate violazioni in materia di promozioni e anticipazione dei saldi. In un periodo di grande incertezza economica, servono regole chiare».
E poi ci sono le vendite online, ma soprattutto le aperture nei giorni festivi e le domeniche dei centri commerciali che – secondo Roberto Bolognese, presidente Confesercenti Sardegna – «remano contro i negozi di vicinato: non c’è il giusto equilibrio che dovrebbe essere garantito da chi le leggi le fa e dovrebbe farle applicare. Il piccolo esercente è solo e, nel rispettare le regole, non viene tutelato».