Nel Sud Italia un 1 milione e 8mila giovani non lavora e non studia. Lo evidenzia il rapporto della Confindustria-Srm “Qualità e efficacia del sistema formativo al Sud rimane uno dei fattori critici“.
Su oltre 1 milione e 800 mila giovani che non lavorano e non studiano “ben 200 mila hanno un diploma di laurea, con un vero e proprio spreco di investimento formativo. Cosicché torna a ampliarsi il divario tra chi prende la residenza al Sud e chi la abbandona, con un saldo negativo di oltre 62 mila unità“.
Diminuisce “seppur lentamente l’incidenza della povertà”, ma non “tra i 35 e 44 anni, fenomeno che segnala la crescente difficoltà di trovare lavoro per chi non è più giovanissimo ma è ancora lontano dall’età del pensionamento”.
Mentre “la percentuale dei cittadini meridionali che si dichiarano molto o abbastanza soddisfatti della propria situazione economica è in crescita (+2%) ma resta pur sempre di 11 punti inferiore alla media nazionale”. Il Sud, in sintesi, vive “condizioni di nuova normalità e di moderato miglioramento” ma che – evidenzia il rapporto di dicembre 2017 del tradizionale ‘check-up’ di Confindustria e Srm – “non sono ancora in grado di scalfire in profondità il disagio ancora presente in larga parte della società meridionale”. Il miglioramento dell’economia è “moderato ma costante”, conferma. “Dopo un 2016 che ha visto crescere le regioni del Sud in linea con la media nazionale, le anticipazioni relative al 2017 confermano la tendenza alla crescita, che dovrebbe proseguire anche nel 2018, con un incremento del Pil superiore all’1%”.
Gli investimenti “tornano a crescere, spinti da quelli privati, e soprattutto da quelli dell’industria in senso stretto, “un balzo in avanti davvero significativo (+40%)”. Si vede una “ripartenza” che è “soprattutto nelle mani delle imprese: il numero di quelle attive, nel terzo trimestre del 2017, è aumentato di circa 7mila unità (+0,4%) rispetto allo stesso periodo del 2016, dato da confrontare con il “contemporaneo calo nel resto del Paese (-0,1%)”.
Aumenta anche “il numero delle start up innovative (+31,1% nel secondo trimestre 2017.
Nel Centro-Nord+22,4%) con un trend positivo che riguarda tutte le regioni del Mezzogiorno”. Anche dall’export “un robusto contributo ai segnali di vitalità del sistema produttivo”. Sul fronte dell’occupazione “il 2017 si conferma un anno moderatamente positivo”; “Anche grazie al sostegno del Bonus occupazione, nel Mezzogiorno si sono registrati incrementi percentuali degli occupati superiori a quelli del Centro-Nord, con una crescita, in valore assoluto, di oltre 108 mila unità nel terzo trimestre 2017″. Tuttavia “pur essendo abbondantemente tornati sopra la soglia dei 6 milioni, gli occupati meridionali sono ancora 230 mila in meno rispetto al picco precrisi”. Nel turismo “il 2016 ha visto crescere arrivi e presenze dei turisti (+4,3%, 1 punto e mezzo in più del Centro-Nord). Aumenta in particolare il cosiddetto “export turistico”, ovvero le presenze (+7,8%) e la spesa (+24%) dei turisti stranieri”.
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