«Sorpresa! La situazione economica della città di Macomer non è certamente florida come un tempo, ma non è neanche così catastrofica come si dice». L’affermazione è di un giovane ricercatore, Luca Pirisi, al quale la minoranza del comune di Macomer ha affidato l’analisi dello stato dell’economia della città, nel quadro degli incontri in vista della formazione di una lista per le prossime elezioni comunali, che si svolgeranno in primavera.
Luca Pirisi, che a scanso equivoci ha precisato di non aspirare a nessuna candidatura, ha proposto un metodo che veda , prima della formulazione di un programma elettorale, una scrupolosa analisi della situazione, che spesso non si conosce nelle sue pieghe più diverse.
La filosofia è che, partendo da una conoscenza esatta dello stato dell’economia e dei bisogni, è possibile formulare un programma attendibile. Sempre secondo Pirisi a Macomer vi è ancora una serie di risorse, alcune da incrementare, che potrebbero essere sfruttate, capovolgendo la visione pessimistica.
«Necessario, per esempio conoscere il numero esatto degli abitanti, a prescindere dai residenti ufficiali, per sapere quanti effettivamente stanno a Macomer; quanti giovani, con capacità e culture sono andati via e quanti sarebbero disposti a tornare per mettersi a disposizione di un rilancio dell’economia macomerese. Un’altra risorsa potrebbe essere il numero degli anziani, rilevando quanti sono autosufficienti e quanti no». Prosegue lo studioso: «nonostante la chiusura delle grandi fabbriche e la perdita di molti posti di lavoro, con conseguente sparizione di fasce di reddito inferiori ai 1500 euro, esistono ancora in città un paio di centinaia di aziende, tra fabbriche ed esercizi commerciali, che muovono qualche centinaio di milioni di euro. Si affacciano imprese che, per la centralità di Macomer, operano nel campo della logistica e della movimentazione». Il settore dei servizi poi, come la scuola, il poliambulatorio, le banche, ma anche settori come l’esercito e altre forze, muovono molte buste paga.
Il risultato di tutto questo, ancora secondo Luca Pirisi, è che la situazione non è cosi tragica come si dice. Il reddito di base non è crollato: da 117miliuoni di euro del 2008 è anzi passato a 119 nel 2015. È diminuito invece il numero di contribuenti che è sceso di 500 persone attive. La fascia media in città è ben presente , mentre se ne è andato purtroppo chi ha perso il lavoro. Conoscere bene la situazione, per concludere, sempre secondo Pirisi, consente anche di investire sulla stessa città, e, soprattutto, di usufruire di finanziamenti europei che, nella stragrande parte, non vengono spesi. Bisogna solo cercare il collegamento tra tutte le risorse e le istituzioni. Alla riunione promossa dalla minoranza non erano presenti stavolta i rappresentanti dei movimenti di centro destra. Alla fine Peppino Pirisi ha proposto l’analisi della situazione come metodo per la futura formazione di una lista elettorale che, ha ribadito, deve essere trasversale per evitare dispersione di forze.
Pier Gavino Vacca
© Tutti i diritti riservati