Un’alleanza trasversale nella quale confluiscano tutte le forze politiche della città che si oppongono alla realizzazione del Centro di Permanenza e Rimpatrio – le stesse che hanno richiesto il referendum sul tema – per formare una lista in vista delle prossime elezioni amministrative con l’obiettivo di strappare il comune di Macomer all’attuale maggioranza.
Questa la proposta, impensabile fino a qualche anno fa, e per molti versi dirompente, avanzata dai rappresentanti dell’opposizione in consiglio comunale, a suo tempo eletti nelle file del Partito democratico, Italia dei valori, SEL e PSDAZ.
Presenti e intervenuti nel dibattito i rappresentanti del comitato contro il CPR, all’interno del quale ci sono elementi del Movimento Cristiano Forza Popolare, Destra per Macomer e altri. Qualcuno di questi ultimi, nel corso degli interventi, ha riaffermato la sua fede fascista. Cacciato invece un elemento ritenuto spia dei sovranisti.
Secondo la proposta avanzata si dovrebbe costituire una lista che, mettendo da parte le differenze ideologiche, si formi sull’accordo di alcune linee programmatiche importanti. Tra queste l’opposizione alla realizzazione del CPR e la regolamentazione dei referendum, la cui mancata accettazione è ritenuta come un attentato alla democrazia.
Favorevoli invece a una accoglienza diffusa come nello SRAR, votato all’unanimità nella convinzione che questo avrebbe impedito il CPR.
Negli interventi sono tornati i toni che hanno caratterizzato l’ultimo consiglio comunale. Secondo l’ex sindaco Riccardo Uda il CPR non è altro che una riproposizione dei CIE (Centri di identificazione ed espulsione), che hanno dato pessimi risultati. Il pericolo maggiore paventato dal consigliere di opposizione è quello di vedere per le strade di Macomer migranti questuanti e petulanti.
Una situazione apocalittica descritta come esistente a Cagliari dalla rappresentante del Movimento Cristiano Gina Falchi.
Tutto ciò in netta contrapposizione rispetto alle affermazioni del sindaco Succu, che ha assicurato l’impossibilità di uscire liberamente dal CPR.
Leggermente diverse le posizioni di Rita Atzori, che non vede tutta questa catastrofe come a Cagliari, pur essendo contro il CPR visto come centro di detenzione.
Per il resto Giuseppe Ledda, Peppino Pirisi e Federico Castori hanno reiterato le accuse al sindaco Antonio Succu, che avrebbe “barattato l’apertura del CPR di Macomer con quello proposto a Iglesias nella speranza di gestire in maniera clientelare eventuali posti di lavoro, dando un duro colpo alla democrazia impedendo lo svolgimento del referendum”.
Non sono mancati anche interventi che hanno tentato di spostare il discorso su un altro registro. Federico Mossa, citando la sindrome del nimby (non nel mio giardino), ha sottolineato come una struttura necessaria come il CPR, destinata alla identificazione dei clandestini, in qualche posto si dovrà pur fare: il problema delle migrazioni è destinato a durare molti anni, per cui vanno studiate strategie di gestione. Alberto Frau ha prospettato invece la possibilità che il CPR possa essere gestito in maniera trasparente se si lotta per questo. I due discorsi non hanno trovato il sostegno delle altre forze in campo.
Si è parlato anche della figura del sindaco, che dovrà essere una figura autorevole e rappresentativa, cosa non facile se si pensa alle differenze culturali e politiche presenti in sala nella riunione.
Pier Gavino Vacca
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