Chi l’avrebbe mai detto che Eleonora di Arborea, giudicessa dell’Arborea , sarebbe venuta dal giudicato di Torres? Beh, se non proprio così, almeno la figurante che impersonerà Eleonora nella prossima Sartiglia del 2018 ad Oristano, verrà da Scano Montiferro che, all’epoca in questione, faceva parte del giudicato di Torres.
Si tratta di Enrica Dettori, una vivace e graziosa fanciulla di Scano, appassionata di cavalli, che è stata prescelta per rappresentare l’importante personaggio.
27 anni, diplomata allo scientifico, con qualche anno di lingue all’università,Enrica ha preferito abbandonare gli studi, trascinata più dall’amore per i cavalli. Si, perché Enrica lavora proprio nel settore, aiutando il fratello Riccardo in un maneggio di proprietà della famiglia. La passione è tanto forte che Enrica si è specializzata nella toelettatura dei cavalli. In pratica è diventata una sorta di estetista dei nobili animali, guadagnandosi encomi nelle varie manifestazioni, tra cui, non ultima, Fiera Cavalli di Verona alla quale Enrica ha partecipato più volte riscuotendo successi per la sua capacità di intrecciare artisticamente code e criniere dei cavalli.
La passione equestre è nel DNA di Enrica. È figlia di Giovanni, infatti, più noto in paese come “Maestrale”, un nomignolo che è tutto un programma e che molti ricordano ergersi, in piedi, sulla sella, con il cavallo in corsa, nell’Ardia che in paese si tiene durante la festa principale in onore della Madonna di Tutti i Santi. Figlia d’arte dunque.
Enrica sperava da tempo di partecipare alla Sartiglia. Più volte aveva fatto la domanda ed ora è sta prescelta fra tante altre. Adesso è un po’ preoccupata per l’interpretazione del personaggio. È sicura però che qualcuno la guiderà; comunque sta studiando. Spera anche che la cosa sia l’inizio di qualcosa di più sostanzioso.
«A Scano non c’è molto da fare» dice sconsolata». La passione per il cavallo in paese è cosa nota. La memoria popolare tramanda che la stessa Ardia di Sedilo sia stata opera di uno scanese. D’altronde a pochi passi dal santuario di Sedilo c’è la cosìddetta “Chiesa dello scanese” mentre a Scano si custodisco gelosamente una statua seicentesca di San Costantino, una bandiera e un anello, anch’esso di antica fattura, che venivano portati solennemente a Sedilo in occasione della festa e quest’ultima, si dice ancora, non poteva iniziare senza l’arrivo degli scanesi. Il tutto fino a quando una terribile zuffa, nella quale scorse il sangue, pose fine all’usanza.
Aspettiamo che Enrica – Eleonora riporti i fasti di un tempo.
Pier Gavino Vacca
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