«Se continua così, tra un po’ non ci saranno più funghi in Sardegna. Perlomeno quelli eduli». Il grido di allarme viene dalla ventesima edizione de la “Sagra de s’Antunna“, la mostra dei funghi, come sempre organizzata dalla Pro Loco di Macomer.
La rassegna si è svolta presso i locali della Casa Attene, attuale sede della cooperativa Esedra, impegnata anch’essa in manifestazioni collaterali.
Quest’anno il clima ha influenzato pesantemente il numero di esemplari esposti. Sono mancate le specie caratteristiche di questo periodo e il numero esposto ha toccato 153. Come sempre, da venti anni a questa parte, sembra quasi assurdo, si è voluto ricordare che la Sardegna, ultima regione in Italia, non ha una legge che protegga e regolamenti la raccolta dei funghi, così come altre specie vegetali ed animali. Nel resto d’Italia non solo è limitato il quantitativo prelevabile a persona ma, addirittura, viene fornito un calibro attraverso il quale gli esemplari più piccoli sono passibili di multa poiché non ancora maturi e quindi incapaci di produrre le spore, che sono il modo di riproduzione dei funghi.
In pratica chiunque può venire a depredare e a lucrare sulla vendita. Non si calcolano poi i danni che i predatori maleducati fanno ai chiusi, abbattendo i muretti o lasciando aperti i cancelli, nonché favorendo la fuga degli animali. Qualche sindaco, come accaduto a Scano Montiferro e a Santulussurgiu, tenta in qualche modo di arginare il fenomeno, istituendo i divieti di sosta in alcune strade di campagna, ma spesso si verificano degli equivoci. Non si contano più le proposte di legge che però non sono mai state discusse in Consiglio regionale. Una vera vergogna.
Contemporaneamente, sempre nel centro storico di Macomer, si è svolta una mostra agroalimentare e la quinta “Sagra de su Piritzolu”, una sorta di vinello ricavato dalla torchiatura delle vinacce con aggiunta di acqua tiepida, un tempo ritenuto vino dei poveri. Quest’ultima manifestazione è stata organizzata dalla associazione culturale Melchiore Murenu e da un gruppo di vignaioli.
Pier Gavino Vacca
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