Salario, sicurezza e diritti sono i nodi critici dello sciopero nazionale degli autotrasportatori che anche in Sardegna ha riscontrato, secondo la Cgil, un’adesione di oltre l’80% tra venerdì scorso e ieri.
Anche oggi braccia incrociate dei lavoratori del settore, che nell’Isola coinvolge circa 6.500 addetti, 2.300 aziende di cui 1.150 nel territorio di Cagliari. Per stamattina è in programma una nuova protesta: dalle 6 in poi al varco doganale del porto di Cagliari, dalle 8 alle 10 al porto industriale di Olbia, dalle 7 e 30 alle 11 e 30 a Porto Torres, dalle 7 alle 10 a Portovesme.
Ieri si sono svolte manifestazioni nei porti di Cagliari, Porto Torres, Portovesme e Olbia, con centinaia di autisti che hanno bloccato i loro tir.
«Il contratto è scaduto da 22 mesi, con le controparti pronte a cancellare ferie, mensilità come la quattordicesima e permessi retribuiti», hanno spiegato i segretari regionali Massimiliana Tocco (Filt Cgil) e Corrado Pani (Fit Cisl).
Secondo i responsabili sindacali del comparto merci e logistica «il settore è in difficoltà anche a causa della concorrenza sleale di imprese che non applicano il contratto nazionale, un fenomeno al quale occorre rispondere con forza, anche garantendo la corretta applicazione del contratto merci e logistica, per restituire a tutti i lavoratori le stesse tutele».
Le ragioni dello sciopero sono legate alla richiesta di rinnovo del contratto nazionale unico di settore per tutti, dipendenti diretti, indiretti, autotrasportatori, soci e dipendenti di cooperative e delle imprese di spedizione, unitamente alla richiesta di tutele, diritti, legalità, incremento della retribuzione e delle indennità, alla clausola sociale, alle internalizzazioni, al superamento del subappalto e contro l’applicazione, da parte di aziende italiane, di contratti esteri.
© Tutti i diritti riservati