L’ex governatore annuncia interrogazione in Consiglio regionale
«La nomina del direttore dell’Azienda per l’emergenza e urgenza potrebbe essere nulla per mancanza dei titoli necessari indicati dalla stessa Giunta nel bando per ricoprire tale ruolo». Così il coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci, dopo la decisione dell’esecutivo Pigliaru di incaricare della direzione generale dell’Areus Giorgio Lenzotti, già direttore dell’Asl di Sassari, della Asl di Olbia dal 2007 al 2009, fino alla guida della Asl di Modena, in Emilia Romagna.
Proprio il profilo manageriale del 64enne di origine ogliastrina ha convinto la Giunta a fare questa scelta. Lo stesso assessore della Sanità, Luigi Arru, all’indomani della nomina ha spiegato che «alla luce della complessità dei processi di incorporazione per la nascita della nuova azienda, la bilancia ha oscillato a favore di colui che aveva esperienze di direzione generale».
In corsa per la direzione dell’Areus c’era anche l’attuale responsabile della centrale operativa del 118 di Sassari e reggente di quella di Cagliari, Piero Delogu. «Anche lui con un elevato profilo professionale», ha precisato l’assessore. Ma, evidentemente, meno legato alla natura manageriale del lavoro richiesto. Tanto che Arru ha auspicato una collaborazione tra i due per riformare il sistema dell’emergenza urgenza.
Secondo Cappellacci, che ha annunciato un’interrogazione in Consiglio regionale, «a suscitare forti perplessità» sono proprio le dichiarazioni del titolare della Sanità che «vagheggia una fumosa distinzione tra una figura “manageriale” e una “professionale”».
«Ci risulta – evidenzia l’esponente di FI – che nel curriculum del direttore prescelto non sussistano titoli espressamente indicati, come ad esempio l’esperienza nella gestione delle maxiemergenze, ovvero situazioni di allerta, eventi calamitosi o catastrofici, e che ci sia un problema di termini anche per quanto attiene alla esperienza da direttore sanitario a Sassuolo, perché avvenuta in epoca antecedente a quella prevista».
Insomma, conclude l’ex governatore, «il quadro conferma che la nomina è frutto di una zuffa politica tra opposte correnti del Pd, ma questa procedura potrebbe avere anche un risvolto dal punto di vista della legittimità: invitiamo con la massima determinazione l’esecutivo a verificare la sussistenza dei requisiti nella figura nominata e, nel caso fossero confermati i dubbi, revocare subito l’atto in autotutela».
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