L’Italia ha risparmiato complessivamente 567 milioni di kilowattora
Alle ore 3.00 si dovranno spostare un’ora indietro le lancette degli orologi. Lo ricorda Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, spiegando che dal 26 marzo 2017, grazie proprio a quell’ora quotidiana di luce in più, l’Italia ha risparmiato complessivamente 567 milioni di kilowattora (quanto il consumo medio annuo di elettricità di oltre 200 mila famiglie), un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 320mila tonnellate. Spostando in avanti le lancette di un’ora, si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi come luglio e agosto, invece, poiché le giornate sono già più lunghe rispetto ad aprile, l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricità. Dal 2004 al 2017, secondo i dati elaborati da Terna, il minor consumo di elettricità per il Paese dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 8 miliardi e 540 milioni di kilowattora (quantitativo equivalente alla richiesta di energia elettrica annua di una regione come la Sardegna) e ha comportato in termini economici un risparmio per i cittadini di circa 1 miliardo e 435 milioni di euro.
Uno degli effetti del ritorno all’ora solare è un aumento delle aggressioni del 3% nel primo giorno dopo il cambio. Lo ha scoperto uno studio pubblicato dal Journal of Experimental Criminology dell’università della Pennsylvania, che ha trovato anche la relazione inversa, con un calo dei crimini, nel giorno in cui invece si passa all’ora legale.
I ricercatori sono arrivati al risultato consultando i dati del National Incidence Based Reporting System americano, a cui hanno aggiunto quelli delle città di Philadelphia, Los Angeles, Chicago e New York, alla ricerca di eventuali effetti del maggiore o minore sonno sui reati violenti. Il risultato è stato che, rispetto al lunedì precedente, le aggressioni diminuiscono del 2,9% quando si dorme un’ora in meno, quando cioè entra l’ora legale, mentre è stata notata anche la relazione inversa, con un aumento di questi crimini del 2,8% il giorno dopo il ritorno all’ora solare.
La relazione, spiegano gli autori, è difficile da spiegare, ed è contraria alle altre già trovate, con l’ora in meno di sonno che causa un aumento degli incidenti stradali, degli infortuni sul lavoro, dei crolli in borsa. “Una persona può pensare che se dorme meno sarà nervosa e aggressiva – scrivono -. Probabilmente si ha la propensione ad agire più aggressivamente, ma il comportamento non la riflette perchè si è stanchi, troppo letargici e assonnati per agire”.