«L’Unione Europea ha messo a disposizione un miliardo e seicento milioni per incrementare l’agricoltura in Sardegna.
Tanti progetti, in particolar modo rivolti a giovani con meno di 40 anni per ottenere il contributo a fondo perduto di 40.000,00 euro per inizio dell’attività. Tanti programmi, tante prospettive, finalmente una sistemazione definitiva con gestione personale.
Il grande entusiasmo dei giovani viene a mancare con l’ondata della siccità che vedono il fallimento totale dell’agricoltura già avviata, devastata prima dalla forte nevicata e dal ghiaccio e subito dopo dalla mancanza della pioggia. Tanto lavoro, tanto sacrificio con ingenti spese per non ottenere il tanto delle spese sostenute». Lo denuncia Confimprenditori Sardegna che ribadisce che il 2017 non è stato l’unico anno in cui si è manifestato il fenomeno della siccità, anzi, in futuro con il peggioramento climatico, la situazione agricola degenererà ulteriormente.
Dunque l’associazione di categoria propone come soluzione gli impianti di dissalazione facendo l’esempio di Israele che produce acqua: «a un costo di 58 centesimi di dollaro per metro cubo, in euro 50 centesimi, che secondo le stime dai 300 ai 500 dollari annuo per nucleo famigliare. Produce 627.000 metri cubi di acqua al giorno sufficiente per tutta Israele, con un approvvigionamento idrico nazionale del 50%».
«Col tempo si sono susseguiti altri impianti di desalinizzazione dell’acqua marina ed ad oggi risultano esserci circa 17mia impianti dislocati in 120 paesi e attualmente ne usufruisce oltre mezzo miliardo di persone- specifica il direttore Gianfranco Seddone. In Italia il prelievo di acqua marina per uso potabile è lo 0,1% del prelievo totale ovvero 13.620 milioni di metri cubi su un totale di 9.108 miliardi m.c di acqua prelevata dalle sorgenti e avviene in Sicilia dove viene dissalata acqua per 12,6 milioni di mc, il 92,50% del totale nazionale e nell’Appennino settentrionale il restante 7,5% diviso tra la Toscana con 768 milioni di mc e la Liguria con 251 milioni di mc di acqua dissalata. Una forte richiesta dell’utilizzo dell’acqua da impiegare proviene dal settore industriale».
«Perché la dissalazione dell’acqua del mare non viene prodotta anche in Sardegna – si domanda l’associazione. Sarebbe un vara industria senza fine, il toccasana per l’agricoltura, per le industrie esistenti oltre a quelle agroalimentari, le coltivazioni non sarebbero più incolte ma aumenterebbe la produzione superiore a quella attuale che i guadagni non bastano a coprire le spese. Un progetto per la dissalazione dell’acqua del mare non sarebbe una cattedrale nel deserto come tante costruite con spese esorbitanti a carico della Regione Sardegna e abbandonate nel giro di pochi anni».
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