I bambini non vaccinati non potranno frequentare il nido e la materna, anche se i genitori pagano la multa, mentre chi vuole che il proprio figlio sia esonerato deve chiedere un certificato che attesti il pericolo dall’immunizzazione al pediatra. A meno di un mese dal rientro in aula, una serie di circolari del ministero della Salute e del Miur fanno chiarezza sui punti dubbi della legge sull’obbligo vaccinale. Contrariamente alle speranze di qualche genitore ‘no vax’ il semplice pagamento della multa non basterà a iscrivere ai servizi per l’infanzia il bambino, mentre per la scuola dell’obbligo l’iscrizione resta possibile. Per essere esonerati invece servirà un certificato del pediatra o del medico di base. «La sanzione estingue l’obbligo della vaccinazione – si legge in una delle circolari del ministero della Salute – ma non permette comunque la frequenza, da parte del minore, dei servizi educativi dell’infanzia, sia pubblici sia privati, non solo per l’anno di accertamento dell’inadempimento, ma anche per quelli successivi, salvo che il genitore non provveda all’adempimento dell’obbligo vaccinale».
Per i genitori che invece hanno già vaccinato i propri figli almeno per quest’anno sarà necessario portare il certificato di vaccinazione a scuola, mentre quando la riforma sarà a regime Asl e istituti dovrebbero ‘parlarsi’ autonomamente, scambiando le informazioni. Entro il 10 settembre la documentazione va portata a nidi e materne, mentre il 31 ottobre è il termine per le altre scuole. Per chi opterà per l’autocertificazione c’è tempo poi fino al 10 marzo per portare i documenti ufficiali. Chi invece deve recuperare delle immunizzazioni dovrà portare almeno la prenotazione alla Asl. Il regime transitorio non piace al presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro.
«È necessario definire una procedura standard – afferma -. Non si può scaricare sulle spalle del personale delle scuole comunali o su quelle dei genitori il compito di raccogliere autocertificazioni e certificazioni che peraltro chi riceve non è in grado di valutare. La strada per l’applicazione della legge può essere molto più semplice: le scuole forniscono gli elenchi degli iscritti alle Asl e le Asl verificano che quei bambini siano stati sottoposti alle vaccinazioni». La proposta di Decaro piace alla ministra Valeria Fedeli.
«Come ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca condividiamo la proposta dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani di definire da subito procedure standard – ha affermato Fedeli -. Il nostro obiettivo è agevolare e sostenere le famiglie, le alunne e gli alunni, le scuole. Da subito ci siamo mossi in tal senso e continueremo a farlo nelle prossime settimane. Proprio oggi abbiamo inviato una circolare agli istituti scolastici per fornire indicazioni operative e chiarimenti sull’attuazione della norma e dare supporto, attraverso strumenti specifici, a tutti i soggetti coinvolti».
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