È scoppiata nella mattinata di oggi la prima protesta di pastori e agricoltori in ginocchio per la siccità che in queste ore hanno lasciato le campagne con i trattori per invadere le arterie principali dell’Isola.
L’iniziativa è della Coldiretti che ha mobilitato 1500 agricoltori e pastori esasperati da una situazione insostenibile.
Intorno alle10 e 30 sono partiti da Ottana, Borone e Bivio Paulilatino Nord Paulilativo per convergere con mezzi agricoli ad Abbasanta, all’altezza del 120° km della SS 131 Carlo Felice. Pastori e agricoltori – sottolinea la Coldiretti – si scusano per i disagi per il blocco delle principali arterie della Sardegna, ma denunciano una realtà drammatica con coltivazioni distrutte e difficoltà ad alimentare gli animali.
Ci sono anche dei cartelli appesi ai mezzi: “Chi sta in silenzio si accontenta, non noi di Coldiretti”. La mobilitazione non si è fermata nonostante le positive risposte arrivate ieri sullo blocco di 12 dei 14 milioni di euro stanziati per il settore agricolo e l’impegno sui pagamenti dei premi comunitari: non bastano per fermare la seconda manifestazione in meno di cinque mesi del mondo agricolo sardo.
Una mobilitazione senza precedenti per cercare di salvare le aziende e le greggi che rappresentano un patrimonio economico, occupazionale e ambientale insostituibile della Regione. La Coldiretti chiede interventi urgenti per garantire la sopravvivenza delle aziende messa anche a rischio dai prezzi troppo bassi pagati in campagna.
A giugno nella prima decade – sottolinea la Coldiretti – in Sardegna è caduto il 40% di pioggia in meno con temperature superiori di 1,8 gradi la media del periodo, dopo mesi praticamente a secco: maggio (-95%), aprile (-71%) e marzo (-73%) secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ucea. Il risultato – conclude la Coldiretti – è la perdita del 40% delle produzioni agricole con la dichiarazione dello stato di emergenza per l’Isola.
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