Un gruppo di 50 sardi facenti parte dei 13mila donatori che hanno partecipato alla ricerca sul DNA della popolazione dell’Ogliastra, i cui dati acquisiti dalla SharDna sono stati poi acquistati dalla società inglese Tiziana life sciences per 285mila euro, hanno chiesto la restituzione di tutto il materiale, compresi i sangue.
Lo ha annunciato ai giornalisti il presidente dell’associazione dei donatori Flavio Cabitza, sostenendo che «si tratta solo dell’inizio: molti altri presenteranno la medesima richiesta».
Contemporaneamente Psd’Az, La Base, Udc, Uds e Rossomori hanno presentato una mozione in Consiglio regionale per sollecitare una presa di posizione netta del governatore Francesco Pigliaru affinché tuteli “il diritto dei sardi ad essere padroni del loro stesso sangue”.
Sulla vicenda indaga anche la magistratura per lo spostamento dei campioni di sangue da Perdasdefogu, luogo in cui sono tuttora custoditi.
«Siamo ancora in attesa che la società Tiziana Life chieda ai donatori un nuovo consenso all’utilizzo della banca dati del genoma dei sardi – ha spiegato Cabitza – intanto abbiamo inoltrato una segnalazione al Garante della privacy che ha imposto il blocco totale dei dati del codice ogliastrino. Secondo le ultime voci inoltre, ci sarebbe un’ipotesi di accordo tra la società inglese e il Cnr. Oggi vogliamo lanciare un appello alla Regione perchè ci dica come intende muoversi. Una cosa deve essere chiara: non siamo in vendita e la banca dati del genoma è un bene dell’Ogliastra e della Sardegna, nessuno ci deve guadagnare se non come ricaduta economica sul territorio, che significa posti di lavoro e opportunità per i giovani».
Secondo il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta «si è trattato di una svendita del patrimonio genetico dei sardi che avevano dato la propria disponibilità in assoluta buona fede per per essere utili alle ricerche scientifiche e mediche. Il Consiglio ha approvato due ordini del giorno per salvaguardare i diritti dei sardi, ma non si sa assolutamente più nulla di quello che si sta facendo».