Mesina, da un anno alla macchia, si è costituito: era braccato dalla Polizia

Deve rispondere di partecipazione in associazione a delinquere, detenzione di armi e reati contro il patrimonio e assalto ai portavalori

AI VERTICI DELA BANDA DEGLI ASSATI AI PORTAVALORI: Si è consegnato alla Polizia in una strada di Orgosolo: felpa, giubbotto, jeans e un borsone con altri effetti personali. È finita così la latitanza di Antonello Mesina, 24 anni, nipote della primula rossa del banditismo sardo Graziano Mesina.

Nei confronti del giovane a marzo del 2016 era stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare per partecipazione in associazione a delinquere, detenzione di armi e reati contro il patrimonio. Il giovane sarebbe stato uno dei vertici del gruppo criminale – 23 indagati complessivamente – sgominato dalla Polizia, responsabile di rapine e tentate rapine a furgoni portavalori.

In particolare gli investigatori delle Mobili di Cagliari e Nuoro hanno accertato il suo coinvolgimento nell’assalto fallito a Barbusi, in provincia di Carbonia, nel dicembre del 2015. In quell’occasione furono sequestrati gli operai di una cava, legati e immobilizzati, e i malviventi portarono via un escavatore e un furgone poi usati per tentare di rapinare un furgone della Vigilanza Notturna. Il colpo sfumò a causa di un errore nel calcolo dei tempi del passaggio del mezzo blindato.

SI SENTIVA BRACCATO: Si sentiva braccato per l’attività che la Polizia stava svolgendo con perquisizioni e controlli nei confronti di persone a lui vicine.

Sono queste le ragioni che hanno spinto il nipote del più noto Graziano – la madre dell’arrestato è la sorella della moglie di Grazianeddu – a costituirsi nella tarda mattinata di oggi. Secondo quanto emerso dalle indagini, il giovane teneva costantemente i contatti con un altro dei capi del gruppo criminale, Giovanni Olianas, ex vice sindaco di Villanova Strisaili, arrestato nel 2016.

IL TRAFFICO D’ARMI: Il 24enne si sarebbe occupato di recuperare armi e mezzi usati poi nei colpi, ma avrebbe anche partecipato attivamente all’organizzazione degli assalti. Dalle intercettazioni emerge che aveva la disponibilità di kalashnikov, fucili e pistole, armi che non sono state poi recuperate. Le indagini proseguono per individuare il luogo esatto in cui si nascondeva, pare all’interno della foresta di Montes, e identificare le persone che lo hanno aiutato nel lungo periodo di latitanza.

UN ANNO DI LATITANZA PIO BASTARE: «Lo stavamo braccando, avevamo in piedi una serie di attività e controlli delle persone a lui vicine che lo hanno spinto a costituirsi. Ci ha detto che un anno di latitanza basta e non serve continuare a nascondersi». Così i dirigenti delle squadre mobili di Cagliari e Nuoro, Marco Basile e Paolo Guiso, hanno commentato l’arresto. Alle attività ha preso parte anche la Guardia di finanza di Nuoro. «Abbiamo chiuso il cerchio e sgominato l’intero gruppo criminale – sottolineano gli investigatori. Anche Antonello Mesina aveva un ruolo apicale, era in costante contatto con Giovanni Olianas, uno dei capi, e partecipava attivamente all’organizzazione dei vari eventi criminosi».

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Salvatore