Oliviero Beha è morto questa sera a Roma all’età di 68 anni.
Ad ucciderlo, racconta la figlia Germana, “è stato un male molto veloce. Se n’è andato nel suo letto – aggiunge – circondato dalla sua grande famiglia allargata. Papà era uno che amava tantissimo la famiglia, la sua grande famiglia allargata di parenti e amici”.
Lascia la moglie, Rosalia, e tre figli, Germana, Manfredi e Saveria.
Giornalista ma anche scrittore, saggista, autore teatrale, è stato un lettore attento e caparbio della società e spesso una voce contro.
Dopo l’esordio a TuttoSport e Paese Sera, i tanti anni a Repubblica, l’impegno in televisione e in radio, attualmente era editorialista de Il Fatto Quotidiano e autore di un seguito blog.
L’esordio in tv è del ’87, con Andrea Barbato in Va’ Pensiero, contenitore culturale in onda su Rai3 tutte le domeniche. La grande popolarità arriva nel ’92 con Radio Zorro, programma di servizio di Radiorai, seguitissimo e premiatissimo, che nel ’95 si fonderà con 3131 trasformandosi in RadioZero 3131 e diventerà una sorta di caso subissato dall’interesse degli ascoltatori con un record di 300 telefonate in un’ora e mezza di trasmissione. RadioZero verrà portato anche in tv , con Video Zorro sul Rai3. Poi ci saranno La Gazzetta dello Spot, sempre su Rai3 con Barbato (1989-90) e Brontolo, dal 2010, ancora una volta sulla terza rete del servizio pubblico.
Appassionato di calcio (fece un enorme scalpore nel 1984 la sua inchiesta sui Mondiali dell’82 nella quale sosteneva che la partita tra Italia e Camerun fosse stata combinata) e di società, ma anche grande amante del teatro, per il quale ha scritto testi, e poeta.
Tra i suoi titoli, All’ultimo stadio (Selezione Bancarella), Anni di Cuoio (Premio Chianciano), Inverso (Selezione Viareggio). L’ultimo libro, Mio nipote nella giungla. Tutto ciò che lo attende (nel caso fosse onesto)’, pubblicato nel novembre 2016.
