Dopo oltre un anno di indagini, oggi si è chiuso il cerchio su un’operazione di contrasto al traffico internazionale di stupefacenti condotta dalla Guardia di finanzia di Cagliari, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica.
In totale, sono state eseguite sei ordinanze di misura cautelare, emesse dal GIP nei confronti di cinque marocchini (A.E.K., 41 anni; L.S., 29 anni; E.E.M., 29 anni; E.S., 55 anni; E.H., 51 anni) e un italiano (M.A., 45 anni).
I finanzieri del Gruppo investigativo criminalità organizzata del Nucleo di Polizia Tributaria hanno smantellato un’organizzazione composta, in prevalenza, da marocchini e da ispanici, che, almeno dal 2014, è stata operativa lungo la direttrice Marocco-Spagna-Sardegna introducendo nell’Isola ingenti quantitativi di droga, sia via mare che via aerea: nell’ambito di diversi controlli sono stati sequestrati complessivamente 45 kg di sostanza stupefacente.
Le indagini hanno preso piede dall’arresto di quattro soggetti di origine spagnola, i quali, simulando frequenti visite a Cagliari tra il 2014 e il 2015, operavano invece come veri e propri “corrieri della droga”: gli stessi sono stati scoperti e arrestati nell’atto di trasportare in corpore 5 kg di ovuli di hashish, dall’elevato principio attivo, ingeriti poco prima di ciascun imbarco.
Da qui le indagini delegate dalla Direzione distrettuale Antimafia di Cagliari, volte a ricostruire l’intera “rete” di compartecipi e di fiancheggiatori dell’organizzazione, dal carattere transnazionale.
L’esame dei tabulati telefonici e le intercettazioni, insieme ai tradizionali sistemi di investigazione, hanno permesso di individuare, in breve tempo, tutti i responsabili del traffico e di “tracciare” i flussi della droga e quelli del denaro utilizzato per il finanziamento delle “spedizioni”.
A.E.K., 41 anni, di stanza in Marocco, era al vertice della struttura come fornitore dello stupefacente, in grado di soddisfare, secondo le necessità degli indagati presenti in Sardegna (anch’essi marocchini), qualsiasi richiesta di approvvigionamento di hashish, servendosi di una nutrita schiera di corrieri professionisti e di collegamenti con la Spagna, terra di approdo e di transito dello stupefacente marocchino destinato in Sardegna; di rilievo, anche i contatti accertati con l’Olanda.
Nell’isola, un ruolo di spicco era ricoperto dal marocchino 21enne L.S., residente nel Nuorese, prodigatosi, in più occasioni, per far giungere l’hashish a Cagliari. Il giovane si appoggiava ad alcuni connazionali, tutti residenti nel Cagliaritano, ossia, E.E.M., 29 anni, E.S, 55 anni, E.H., 51 anni, e, infine, da un italiano 45enne, M.A., nel ruolo di finanziatore del gruppo criminale.
Il gruppo, nel tempo, ha dimostrato un’elevata capacità di riorganizzarsi nonostante i numerosi sequestri subiti a opera delle Fiamme Gialle.
Secondo la ricostruzione effettuata, sono risultate una decina le transazioni riconducibili ad altrettante partite di droga, giunte in Sardegna. Solo nell’ultimo biennio, il principale basista in Sardegna (L.S.) e il suo più stretto collaboratore (E.E.M.) hanno movimentato circa 25.000 euro; si tratta spesso di invii di denaro appena sotto la soglia massima consentita dalla legge (inferiore a 1.000 euro) per i “Money transfer”, anche servendosi di “prestanome” attraverso i quali sono stati effettuati i trasferimento di denaro a favore di “corrieri”.
L’operazione ha portato all’arresto di 6 persone in flagranza di reato (nei mesi di marzo e di giugno del 2016), cui si aggiungono quelli eseguiti in data odierna, a seguito dell’emissione di 6 provvedimenti di custodia cautelare (3 in carcere e 3 ai domiciliari).
In caso di condanna definitiva, in capo ai soggetti indagati si prospetta una pena non lieve: difatti, la DDA ha contestato – secondo le varie responsabilità – i reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (reclusione non inferiore a venti anni) e di traffico e di detenzione di sostanze stupefacenti (che prevede la reclusione da 2 a 6 anni), con l’aggravante della transnazionalità, che prevede aumenti di pena da un terzo alla metà.
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