Oggi il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, convinta sostenitrice della necessità di tornare all’obbligatorietà per contrastare il ritorno di pericolose malattie, ha reso noto che è pronto un testo di legge in merito, e che è sua intenzione ”aprire una discussione con i colleghi di governo”, forse già domani in Consiglio dei Ministri.
Da Palazzo Chigi, intanto, arriva lo stop: “Domani all’esame del Consiglio dei ministri non è previsto alcun testo di legge relativo ai vaccini”. L’obiettivo, è di stoppare sul nascere possibili polemiche su qualcosa che ancora non c’è, rimandando la discussione a quando il testo sarà definito e portato in Consiglio dei Ministri. In questo quadro, il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, aveva nei giorni scorsi sollevato perplessità sul provvedimento.
Perplessità rimarcate anche oggi rimarcando che «l’obbligo dei vaccini non deve andare contro il diritto all’istruzione»: il riferimento è alla obbligatorietà dei vicini per essere ammessi nelle scuole, così come sarebbe previsto nella bozza del dl Lorenzin. Una partita in cui entra anche il PD di Matteo Renzi, assolutamente favorevole al provvedimento. «Stop dal Consiglio dei Ministri sui vaccini obbligatori? Mi auguro che si tratti solo di un disguido comunicativo. Il governo fa bene a mandare un nuovo segnale chiaro sui vaccini, è bene che su questo non risultino marce indietro e che il decreto venga fatto prima possibile», dice Michele Anzaldi, responsabile comunicazione del segretario.
«Sui vaccini il governo non deve mostrare incertezze – sostiene – non devono esserci gialli o dubbi. Tutti gli italiani sanno che il governo Gentiloni è in piena continuità con il governo Renzi sul valore della vaccinazione. È comprensibile che ci siano tempi tecnici da rispettare, come ha detto anche Lorenzin annunciando il decreto, ma è bene che il messaggio che arriva all’opinione pubblica sia più chiaro possibile».
Ma resta comunque la divisione su un punto nodale. Da un lato l’esigenza di salvaguardare la salute pubblica, con il ministro che lo scorso gennaio ha già raggiunto un accordo per il ritorno all’obbligo con gli assessori delle regioni, dall’altro il diritto all’istruzione.
Lo scorso 7 febbraio si era svolto un incontro tra i ministri dell’Istruzione, Valeria Fedeli, e la Lorenzin. In questo incontro, Fedeli “si era espressa per la tutela dei bambini, e quindi per l’obbligatorietà delle vaccinazioni, sottolineando però che si deve trovare il modo per garantire al contempo anche il diritto costituzionale all’istruzione”.
Su questo i due ministeri stanno lavorando da oltre due mesi. A spiegare la ratio del provvedimento è la stessa Lorenzin: «Ho pronto un testo di legge che prevede l’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’accesso alla scuola dell’obbligo con un ampliamento delle vaccinazioni obbligatorie indicate dal nostro ministero. Tutte le vaccinazioni che sono nel piano vaccinale approvato nei Livelli essenziali di assistenza sono necessarie per la salute delle persone».
A spingere il ministro è soprattutto la necessità di “rispondere ad una emergenza”, per “salvaguardare la salute della popolazione scolastica”. Infatti, ha avvertito, “stare sotto la soglia vaccinale è un vero e proprio pericolo: l’epidemia in atto di morbillo la dice lunga, ma pensiamo alle varie malattie che possono arrivare, anche più gravi”.
Questo testo, ha aggiunto Lorenzin, «risponde alla necessità di avere norme uniche in tutta Italia visto che le regioni si stanno muovendo in ordine sparso’».
Ed infatti, In Emilia-Romagna l’obbligo esiste per i bambini iscritti al nido e per le quattro vaccinazioni oggi obbligatorie. Trieste ha esteso l’obbligo anche alla materna. La Toscana sta esaminando una norma per allargare l’obbligo anche alle vaccinazioni raccomandate. E verso l’obbligo stanno andando anche Piemonte e Lombardia. Ma se il Pd è pronto a sostenere il provvedimento “perchè sul tema c’è una pericolosa confusione e ambiguità e dai dati emerge che cresce il numero di persone che decidono di non avvalersi dei vaccini”, il gruppo Ala-Scelta Civica chiede invece le dimissioni delle Lorenzin, ed il Codacons annuncia di essere pronto a ricorrere alla Corte Ue dei diritti dell’uomo contro una “legge incostituzionale”.
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