Grido di allarme di Confindustria: il Centro Sardegna è un deserto industriale

Sonia

Grido di allarme di Confindustria: il Centro Sardegna è un deserto industriale

mercoledì 08 Marzo 2017 - 09:21
Grido di allarme di Confindustria: il Centro Sardegna è un deserto industriale

Gli imprenditori all’attacco: «basta promesse bisogna agire»

Nuovo grido di allarme dalla Sardegna centrale.

A lanciarlo è la Confindustria che avverte: «I numeri dicono che il Nuorese e l’Ogliastra sono sempre più in recessione: oltre allo spopolamento avanza la desertificazione delle imprese con gli industriali che se ne vanno. Alla Regione diciamo: basta promesse bisogna agire».

Se ne parlerà più diffusamente venerdì prossimo al convegno “Zone interne: il Mezzogiorno della Sardegna” a cui parteciperanno il presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia, il governatore Francesco Pigliaru e, in collegamento audio, il ministro per la Coesione territoriale e Mezzogiorno Claudio De Vincenti.

«Presenteremo per l’ennesima volte le nostre sei proposte affinché le imprese delle zone interne dell’Isola siano messe nella condizione di tutte le altre imprese d’Italia – ha spiegato il presidente degli industriali del centro Sardegna Roberto Bornioli. Abbiamo bisogno di un’Agenzia regionale che pensi tutti i giorni a queste aree, di una fiscalità di vantaggio, di infrastrutture, non abbiamo banda larga, fognature, reti telefoniche, spesso manca anche l’acqua. Serve poi una politica ambientale per la costituzione di un’area protetta del Gennargentu e di progetti seri per la cultura, l’Università e la ricerca, settori ai quali vengono tagliati anche i fondi pubblici».

«Il nostro – ha ribadito il vice presidente Massimiliano Meloni – è l’ennesimo grido di allarme di un territorio che conta 150mila persone, che ha 65mila pensionati e 35mila buste paga, di cui la metà nel settore pubblico, conta una disoccupazione adulta al 30% e quella giovanile al 45%. Per 30 anni abbiamo vissuto di politiche di indennizzi, vogliamo ribaltare questo concetto: l’impresa deve essere messa al centro».

Il presidente dei giovani imprenditori Mauro Patarozzi ha confermato, infine, la stagnazione e i rischi di desertificazione industriale. «Qui stiamo andando avanti solo per attaccamento al territorio, non c’è più niente, l’edilizia è ferma e non è detto che ci saremo ancora tra qualche anno. O si interviene subito o prima poi ce ne andremo via tutti».

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