Nuoro. Si è spento a 89 anni il maestro Banneddu Ruju

Si è spento all’età di 89 anni Banneddu Ruiu, “Maestro del folklore” e indiscusso padre nobile della “Coralità nuorese”. Pioniere assoluto negli anni Cinquanta del canto corale nuorese, ne studiò l’inestimabile patrimonio di tradizione orale per trasportarlo sul pentagramma secondo canoni classici, ma sempre attento agli aspetti che rendono inconfondibile il canto sardo tradizionale. Fondatore nel 1966 del Coro Barbagia, con cui realizzò per la RCA Italiana l’incisione discografica “Sardegna Canta e Prega”, un lavoro che resta come una pietra miliare nel canto polifonico folkloristico della Sardegna.

Un ritratto di Banneddu Ruju alla fisarnonica

Francesco Giovanni Ruiu, noto Banneddu, nato a Nuoro il 17 marzo del 1927, da giovanissimo frequentò il Seminario vescovile (dove per senza possedere nozioni musicali, iniziò a suonare l’armonium); in seguito frequentò l’Istituto magistrale, dove conseguì il diploma. Musicalmente si formò da autodidatta, studiando sopratutto composizioni di autori classici e ascoltando registrazioni discografiche. Perfezionò in privato lo studio del pianoforte sotto la guida del professor Tommaso Madrigali (di cui divenne uno degli allievi più qualificati) e coltivando la grande passione per la fisarmonica, suo strumento prediletto. Nel 1949, con la collaborazione di diversi musicisti nuoresi costituì l’Orchestra Astro, un complesso di 14 elementi specializzato nel repertorio musicale moderno, di cui curò personalmente le armonizzazioni e gli adattamenti orchestrali.

Il Maestro Banneddu Ruju dirige il Coro Barbagia in “Bobore ficu murisca” 

Nel 1950 si occupò degli arrangiamenti musicali del varietà satirico – musicale Sardegna anno zero, spettacolo teatrale realizzato su testi del dott. Vincenzo Farina andato in scena con grande successo di pubblico al Teatro Eliseo di Nuoro. Sempre nel 1950, su indicazione del dott. Marco Cosimo Caria direttore dell’Ente Provinciale Turismo, mise mano al recupero del patrimonio musicale nuorese per una giusta valorizzazione e diffusione anche oltre l’Isola. Si può dire che da allora Banneddu Ruiu mise ordine nel canto corale di “Scuola nuorese”, spesso affidato all’improvvisazione senza supporto musicologico e musicografico. La sua lunga ricerca, iniziata nel 1950, lo ha portato a riscoprire i valori del canto sardo che sembravano perduti, o che tali sarebbero potuti essere senza il suo concorso, e a portare alla luce, con grande fatica, motivi tradizionali che affondano le radici nella sardità più autentica. Per la propria ricerca sul campo sul canto corale, Ruju si avvalse anche dei suggerimenti di studiosi ed esperti di tradizioni popolari, come il prof. Raffaello Marchi, con il quale ebbe occasione di incontrare direttamente le fonti cui attingere quell’inestimabile patrimonio di tradizione musicale orale. Conseguito il diploma magistrale svolse l’attività di insegnante a Nuoro e in diverse sedi della provincia, dopo di che dedicò gli ultimi 12 anni della propria carriera all’insegnamento della musica. Conseguì titoli musicali presso il Conservatorio di Sassari.

Un ritratto di Banneddu Ruju

L’attività di direttore di coro polifonico folkloristico per Banneddu Ruiu iniziò nei primi anni Cinquanta. Così, da pioniere, egli stesso ricordava ricordava quegli anni: «Risale al 1950 la formazione del “Coro di  Barbagia”, primo esempio di coro folkloristico e primo complesso nuorese e sardo a debuttare alla Cavalcata Sarda di Sassari nel 1951, del cui successo si rese partecipe l’On. Pierina Falchi, membro della commissione giudicatrice».

«Fu solo alla fine del 1954, a causa impegni improrogabili dovuti alla mia professione di insegnante, che mi aveva portato a Laconi, una sede lontana da Nuoro – continua nel suo ricordo Banneddu Ruiu – che dovetti rinunciare alla partecipazione al “Campanile d’oro” (Gara-concorso tra tutte le regioni d’Italia, trasmessa da Radio RAI nel 1954-55 nda) e abbandonare il coro, che dopo poté riprendere la sua attività mutando come ”Coro di Nuoro”. Rientrato a Nuoro nel luglio del 1955 – prosegue Ruiu – ebbi la possibilità di fondare un secondo complesso, che prese il nome di “Coro Ortobene”».

Nel 1966, costituì il ”Coro Barbagia”, con cui fece rivivere le musiche folkloristiche della Sardegna grazie soprattutto al pregevole lavoro discografico Sardegna Canta e Prega realizzato dalla RCA Italiana, che resta come una pietra miliare nella discografia sarda. Nello 1987 Ruju fondò il “Coro Grazia Deledda” e nel 1993 il coro “Nugoro Amada”.

Lo spartito di Bobore Ficumorisca

Si deve a lui e al lavoro discografico Sardegna Canta e Prega se brani come: Non potho reposare, Bobore ficumurisca, Non mi giamedas Maria, In su Monte ‘e Gonare, Sa Cozzula, Miserere, Adios Nugoro amada, S’andira, Cunservet Deus su Re, Stabat Mater e Zia Tatana Faragone contribuirono in modo determinante alla conoscenza della “coralità nuorese” in tutta Sardegna e oltre i confini dell’Isola. E tutto questo, come scrisse nella presentazione del lavoro discografico il Sen. Ariuccio Carta: « È merito del “Coro Barbagia” e del suo direttore e armonizzatore, Banneddu Ruiu, di aver saputo riprodurre nello spirito stesso questa musica nella quale i sardi si riconoscono».

I funerali si terranno domani, venerdì 13 gennaio, alle ore 15,30 nella Cattedrale di Santa Maria della Neve.

Michele Pintore

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Sonia