In Sardegna a rischio chiusura i centri antiviolenza per i mancati fondi regionali

Sonia

In Sardegna a rischio chiusura i centri antiviolenza per i mancati fondi regionali

lunedì 14 Novembre 2016 - 11:57
In Sardegna a rischio chiusura i centri antiviolenza per i mancati fondi regionali

Le associazioni, tra le quali Onda Rosa, chiedono un incontro urgente alla Regione ma finora nessuna risposta

Il motivo è solo uno: mancano i fondi regionali per proseguire l’attività. La conseguenza è nefasta ovvero i centri e le case rifugio sarde nati per contrastare la violenza contro le donne rischiano di chiudere in tempi brevi.

Per questo motivo: «il Coordinamento della Rete Regionale dei Centri Antiviolenza e Antistalking ha chiesto un incontro urgente al presidente Francesco Pigliaru, l’assessore della Sanità, Luigi Arru, e la dirigente delle Politiche Sociali, Stefania Manca, ma sinora senza alcuna risposta», ha sottolineato l’organizzazione.

La richiesta è stata sottoscritta dai Centri Casa Aurora di Sassari, Onda Rosa di Nuoro, Prospettiva Donna di Olbia, Donna Eleonora di Oristano, Donne al Traguardo di Cagliari e dai Centri Antiviolenza Donna Ceteris di Cagliari e Quartu, Medio Campidano e Ogliastra.

All’ordine del giorno il grave stato di crisi in cui versa la Rete dei Centri e delle Case Rifugio per la mancata erogazione delle risorse per le annualità 2014 (a saldo dei fondi spesi nel 2015) e 2015 per quelle anticipate per il l’anno 2016.

Il Coordinamento della Rete Regionale Antiviolenza si è riunito a Tramatza per definire iniziative utili a scongiurare che cessino i servizi finora garantiti e necessari per la lotta e il contrasto alla violenza di genere.

«Se ciò accadesse – hanno precisato – impedirebbe alle donne vittime di violenza, stalking, maltrattamento e abuso e ai figli minori che ad esse si accompagnano, di intraprendere i percorsi di libertà, affiancamento e tutela stabiliti e riconosciuti dalla Convenzione di Istanbul per i Centri Antiviolenza e le Case Rifugio. La Regione ha emanato fin dal 2007 una apposita legge che in questi anni ha consentito a migliaia di donne presenti nel territorio di affrancarsi dalla violenza maschile e riprogettare una propria vita in piena autonomia. La stessa legge ha permesso di usufruire di personale formato e specializzato nei processi di tutela e prevenzione. Tutto questo rischia di essere vanificato dalla mancata erogazione dei fondi necessari per la prosecuzione del lavoro».

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