Hillary concede la vittoria
Al termine di un duello senza esclusione di colpi, Donald Trump, 70 anni, è stato eletto 45° presidente degli Stati Uniti.
La svolta nella notte dopo la conquista del fondamentale stato della Florida, e poi con la vittoria dei venti grandi elettori della Pennsylvania. Trump conquista la Casa Bianca assicurandosi almeno 276 grandi elettori, lasciando Hillary Clinton a quota 218.
Le prime parole da neo presidente sono per congratularsi con la sua avversaria Hillary Clinton, che lo ha chiamato per concedergli la vittoria: «Questo è il momento di unirci e superare le divisioni» dice Trump, che assicura sarà presidente di tutti gli americani.
Euforia alle stelle tra i fans del tycoon, lacrime fra quelli della ex first lady. Al termine dell’election day, i repubblicani mantengono inoltre il controllo di Camera e Senato al Congresso.
INIMMAGINABILE DIVENTA REALTÀ: Dopo la Brexit, il ciclone Trump. L’inimmaginabile diventa realtà e il tycoon di New York – disprezzato e sottovalutato da stampa e analisti – è il nuovo comandante in capo dell’unica superpotenza rimasta al mondo.
Rabbia e malessere trasversali che pervadono le società occidentali hanno colpito anche in America dopo aver destabilizzato mezza Europa.
La profonda crisi economica, diventata prima crisi sociale e poi crisi culturale e di identità, produce una pagina che lascerà il segno e che cambierà i destini degli Usa e, quindi, del mondo intero.
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I MERCATI ACCUSANO IL COLPO: Le notizie che vedono il repubblicano Trump arrivare alla Casa Bianca si ripercuotono sui mercati: e mentre lui avanza Wall Street crolla, e i future sullo S&P 500 perdono il 5%. Tracollo a Tokyo anche per l’indice Nikkei, che lascia il 5,36%, mentre lo yen, valuta rifugio, si apprezza fino a guadagnare il 3% sul dollaro. Perde invece il 12%, con il calo maggiore dal 2008, il peso messicano.
E mentre il petrolio segna un calo, l’oro continua la sua corsa e sale del 3,36%. Lo spread risale a 162 punti, ai massimi dal voto sulla Brexit.
Le cancellerie si preparano al confronto: il presidente dell’Europarlamento Schulz riflette che sicuramente diventerà più difficile la relazione fra Stati Uniti ed Europa, ma il commissario Ue Mogherini dice che si continuerà a lavorare insieme, perché i legami Ue-Usa sono più profondi dei cambiamenti politici.
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