L’ultima ordinanza di sgombero da parte del Comune, emanata cinque giorni fa, è esecutiva da oggi.
La nota artista sarda Chiara Vigo, per via “dell’impianto elettrico non a norma”, deve abbandonare i locali del Monte Granatico dove custodisce un patrimonio unico, residuo di un’arte millenaria trasmessa di tessitrice in tessitrice e che attira numerosi turisti e studiosi da tutto il mondo.
Il maestro del bisso, candidata a Patrimonio Immateriale dell’Umanità all’Unesco con la sua arte legata al preziosissimo tessuto del mare, sta imballando tutto negli scatoloni.
Per ieri pomeriggio, l’assessore alla Cultura della Regione Sardegna, Claudia Firino, ha convocato il sindaco di Sant’Antioco Mario Corongiu, che però preciso: «Ho solo rispettato le norme».
Finisce così, per ora, una vicenda contrassegnata da anni di controversie a suon di carte bollate e sollevazioni dal mondo della cultura e dello spettacolo. Una su tutte quella di Mariagrazia Cucinotta. L’attrice siciliana si è presa a cuore il caso di Chiara Vigo, lanciando qualche mese fa una petizione online su change.org rivolta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della Regione Francesco Pigliaru e allo stesso sindaco di Sant’Antioco.
La notizia aveva riacceso il tam tam sui social e i suoi sostenitori si sono fatti sentire con tweet e post. La stessa Chiara Vigo scrive in un post: «Nel mio Paese c’è anche chi mi ama. Per adesso me ne vado poi il tempo sarà Maestro».
Per il suo legale, Ettore Fenu, la situazione è sostanzialmente analoga a quella di partenza: «Il Tar si è limitato a dichiarare il difetto di giurisdizione, ossia non è il tribunale competente a pronunciarsi sulla causa, ma ha indicato quale giudice che ha giurisdizione quello civile. Sarà lui a doversi pronunciare sulla controversia. Inoltre la sentenza del Tar può essere impugnata al Consiglio di Stato».