La Campania primeggia nella banda ultralarga dopo la Lombardia
Le Regioni del Sud primeggiano per presenza di distretti industriali, con un aumento delle esportazioni nel 2016 pari all’8,3%, e sono particolarmente dinamiche in settori quali telecomunicazioni, trasporti ed energia. Ma una zavorra fiscale più pesante freno lo sviluppo.
È quanto emerge da uno studio dell’Istituto per la Competitività, I-Com, presentato oggi a Roma in occasione della seconda edizione di Orti (Osservatorio sulle relazioni territorio-impresa). Per definire il grado di competitività delle Regioni italiane, I-Com ha elaborato un indice sintetico che prende in considerazione alcune variabili relative alla dotazione infrastrutturale. Da tale criterio di misurazione, spicca la buona performance di Campania, Puglia e Sicilia specialmente nel settore della banda ultra-larga. La Campania è al secondo posto del ranking nazionale, dopo la Lombardia, grazie anche a un’ottima capillarità della rete di distribuzione elettrica.
Dal rapporto emerge poi la leadership del Nord per quanto riguarda la distribuzione di start-up innovative, con oltre il 55% del totale (ma sono le Marche a guidare la classifica per numero di start-up pro-capite, davanti, rispettivamente, a Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo), e la presenza di aziende a partecipazione estera. La Lombardia ospita infatti 4.431 multinazionali, il 5,5% del totale delle industrie della Regione. Secondo I-Com, le imprese della sola Lombardia potrebbero potenzialmente occupare il 4,4% dei disoccupati italiani, seguite da quelle del Veneto (2,4%).
«È innegabile – ha detto Stefano da Empoli, presidente di I-Com, che ha curato il rapporto insieme a Gianluca Sgueo, direttore Area Istituzioni I-Com – il miglioramento delle reti di alcune Regioni del Mezzogiorno, che rappresenta un’opportunità di sviluppo da non sprecare. E non deve dare più alibi alle amministrazioni regionali e locali che continuano a offrire a cittadini e imprese un rapporto troppo spesso penalizzante tra qualità e costo dei servizi”. Ne è prova tangibile il carico fiscale per le industrie che nel Sud è in media maggiore rispetto a quello del Nord. L’aliquota Irap più alta si registra in Campania (4,97%), Sicilia, Puglia e Calabria (4,82%). Mentre nelle Regioni del Nord si applica l’aliquota ordinaria (3,90%)».
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