Resta da capire la motivazione di colpire anche i tre militari. Si attende di vedere le riprese della video sorveglianza
Ci sarebbe la figlia 32enne del sindaco Nannino Marteddu nel mirino degli incendiari che la notte scorsa a Orotelli hanno dato fuoco alla Peugeot 207 della donna e a tre auto di proprietà di altrettanti Carabinieri in servizio presso la caserma di fronte al luogo dell’attentato, in corso Vittorio Emanuele.
Ad armare la mano degli incendiari sarebbero stati motivi personali riconducibili alla 32enne. Al momento, però, non è chiaro il nesso tra l’incendio della sua vettura e quello appiccato alle macchine dei militari, parcheggiate non vicino alla Peugeot.
Certa la natura dolosa: i Vigili del fuoco hanno trovato inneschi diversi.
Bocche cucite tra le forze dell’ordine che indagano sull’attentato: i Carabinieri della Compagnia di Ottana non escludono alcuna pista. La svolta potrebbe arrivare dalle telecamere presenti all’esterno della caserma, che in queste ore i militari stanno visionando.
Per il sindaco e la sua famiglia è il secondo attentato in pochi mesi: nell’aprile scorso l’Alfa Romeo della 32enne era stata data alle fiamme insieme a quella del padre. La pesante intimidazione era arrivata alla vigilia delle elezioni amministrative: il voto aveva poi riconfermato Marteddu per il terzo mandato consecutivo alla guida del paese. In quell’occasione si era parlato di un movente politico legato all’incarico di sindaco.
Ora, però, alla luce dell’attentato incendiario della scorso notte, si riconsidera la figlia come bersaglio. A Marteddu e famiglia la solidarietà del presidente dell’Anci Sardegna Pier Sandro Scano. «Atti come questi devono trovare la ferma condanna di tutti – dice il numero uno dell’associazione dei Comuni sardi. Chi colpisce un sindaco e l’Arma dei carabinieri colpisce una intera collettività. Al sindaco e ai militari la vicinanza dei sindaci sardi».
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