Nell’ambito delle Celebrazioni Deleddiane del 2016 è la volta degli approfondimenti legati alla monumentale opera della compianta scrittrice.
Il 28 settembre prossimo, giorno della sua nascita, sarà una data ricca di eventi.
La mattina alle ore 10, al Teatro Eliseo, Marcello Fois incontra gli studenti delle scuole primarie e secondarie e, in quella occasione, l’assessorato alla cultura proporrà dei lavori da svolgere durante l’anno scolastico con dei riconoscimenti finali ai giovani più meritevoli.
Alle ore 19 invece, presso l’Auditorium ISRE, si terrà il convegno dal titolo “Il Canto a tenore e la coralità nuorese”.
Quello del canto e della coralità è un tema molto caro alla Deledda. Poco più che ventenne, Grazia Deledda pubblicò sulla Rivista delle tradizioni popolari italiane diretta da Angelo de Gubernatis, una raccolta di saggi etnografici che prese il nome di Tradizioni popolari di Nuoro. Dodici puntate dal 1893 al 1895, per raccontare la vita tradizionale della Barbagia; nonostante la giovane età, ella dimostrò non semplice curiosità del folklore e delle tradizioni locali, ma una grande precisione etnografica che poi le sarà utile in molti passaggi dei suoi futuri lavori.
Nei suoi romanzi ambientati nell’isola troviamo molti richiami alla tradizione musicale sarda e in particolare quella che meglio conosceva: i rinvii alle serenate, al canto a tenore, ai gosos sacri, sono ben più di una semplice coloritura narrativa.
C’è da dire che la rivista del De Gubernatis era una delle principali pubblicazioni scientifiche dell’epoca; all’interno dei numerosi argomenti trattati, troviamo un’intera parte dedicata ai gosos, alle laudi religiose, a quelle profane e satiriche (come Santu Antoni de Lodè), e un intero capitolo dedicato alle “battorinas”, le quartine tipiche della poesia popolare nuorese, mentre nel settimo si parla di filastrocche, ninne nanna e “attitidos”. Per alcuni brani sono addirittura riprodotti gli spartiti musicali, a conferma dell’attenzione che la Deledda riservava alla musica popolare come espressione di quel mondo a cui non rinunciò neppure dopo la sua partenza oltremare.
Con questa ulteriore iniziativa si intende indagare un aspetto poco conosciuto della scrittrice, a beneficio non solo degli studiosi ma di tutto il pubblico appassionato alle sue opere.
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