I geni dei sardi non hanno lasciato l’Isola.
Svolta nelle indagini sul “furto” delle 14mila provette di DNA dal parco Genos di Perdasdefogu, in Ogliastra, un’area dove gli abitanti vivono più a lungo: le provette sarebbero tutte nell’ospedale San Giovanni di Dio a Cagliari e a trasferirle sarebbe stato il professor Mario Pirastu, creatore della società SharDna, fino a qualche mese fa proprietaria del Parco genetico.
Sarebbe stato lo stesso Pirastu, a dare indicazioni al procuratore di Lanusei, Biagio Mazzeo, su dove si trovano le provette di cui era stata denunciata la scomparsa nelle scorse settimane. «Su questa vicenda – ha spiegato il procuratore Mazzeo – ci sono diversi punti da chiarire: prima di tutto se il numero delle provette scomparse a Perdasdefogu corrisponda al numero di provette ritrovate a Cagliari. Le indagini andranno avanti nella speranza che si chiarisca tutto già nei prossimi giorni».
La Procura di Lanusei aveva aperto un fascicolo contro ignoti per furto e proprio ieri ha posto sotto sequestro sia il Parco Genos di Perdasdefogu che i locali della società SharDna di Pula. Le operazioni di sequestro sono ancora in corso e sono eseguite dal Nucleo operativo della Compagnia di Jerzu, guidata dal capitano Giuseppe Merola.
La Procura, attraverso un inventario delle provette e dei documenti contenuti nei due laboratori, punta a fare chiarezza su quanti campioni di DNA (degli oltre 230 mila appartenenti a 14 mila ogliastrini conservati nei laboratori di Perdasdefogu) sino stati portati via e soprattutto se oltre alle provette siano stati rubati anche i codici che permettono ai ricercatori di associare a ognuna di esse un nominativo e un albero genealogico.
La sottrazione delle provette, da tre diversi cassetti del laboratorio, era stata denunciata il 10 agosto scorso dall’unica dipendente che attualmente lavora nel parco Genos di Perdasdefogu a cui era scattato l’allarme sul suo cellulare. «Il furto – aveva spiegato il procuratore Mazzeo – è impossibile da datare. Si parla di un arco temporale che può essere di mesi o di anni».
Il Parco genetico era nato nei primi anni 2000 con l’obiettivo di studiare il DNA di una fra le popolazioni più longeve al mondo, ma anche le sue malattie ereditarie. La società SharDna, e la sua banca dati, ultimamente è stata acquistata da una azienda britannica per 250 mila euro.
«Sospensione immediata preventiva e la successiva eventuale revoca dell’autorizzazione relativa alla banca genetica Ogliastra». Lo ha chiesto in un esposto inoltrato al Garante per la tutela dei dati personali il deputato di Unidos Mauro Pili, in merito alla sparizione e ritrovamento delle oltre 25 mila provette con il dna dei sardi custoditi nel Parco Genos di Perdasdefogu.
«Non c’è altro tempo da perdere, chiunque possegga i campioni di DNA dei sardi d’Ogliastra non può essere autorizzato ad utilizzarli – sostiene Pili. Ci sono norme, disposizioni e regole che alla luce anche dei fatti enunciati dalla Procura di Lanusei impongono lo stop all’autorizzazione della banca genetica. Tutto questo sino a quando non si sarà accertato quello che realmente è accaduto e sta accadendo a quei campioni di Dna. I privati e gli enti pubblici economici possono trattare i dati sensibili solo con autorizzazione del Garante»
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