Duplice omicidio di Arzana. Il movente: l’eredità contesa di una casa

Sonia

Duplice omicidio di Arzana. Il movente: l’eredità contesa di una casa

giovedì 11 Agosto 2016 - 13:31
Duplice omicidio di Arzana. Il movente: l’eredità contesa di una casa

Il capo della Squadra Mobile Michele Chessa e il dirigente del commissariato di Lanusei Leo Cappetta

Per i fratelli uccisi stesso destino del padre, freddato nel 1983

Sospettava che l’anziana sorella stesse intestando la casa alle due vittime e per questo, dopo un’accesa discussione, Peppuccio Doa, pensionato 82enne di Arzana, ha ucciso i fratelli Andrea e Roberto Caddori, rispettivamente 43 e 45 anni.

La lite è scoppiata in casa della sorella, Maria Doa, 91 anni, che veniva accudita da tempo dalla nipote, Bruna Caddori, 47 anni, sorella delle vittime.

Questa la prima ricostruzione dei fatti, emersa dalle prime indagini e resa nota, questa mattina, nel corso di una conferenza stampa tenutasi in Questura a Nuoro a seguito dell’arresto del presunto omicida.

La conferenza stampa sul duplice omicidio di Arzana

La conferenza stampa sul duplice omicidio di Arzana

Il capo della Squadra Mobile pro tempore Michele Chessa e il dirigente del commissariato di Lanusei Leo Cappetta hanno spiegato i motivi che hanno portato al duplice omicidio.

Doa – fuggito subito dopo aver colpito a morte i due fratelli e rintracciato dalle forze dell’ordine alle 3,00 nell’ospedale di Lanusei, dove è ricoverato e piantonato dagli agenti – si sarebbe recato nel primo pomeriggio di ieri a casa della sorella per cercare atti notarili legati all’eredità dei beni di quest’ultima. Mentre cercava i documenti è iniziata la lite con la sorella Maria e con Bruna Caddori, lite sfociata nell’esplosione di tre colpi di pistola Browning 7.65 – detenuta legalmente dal pensionato che però non aveva il porto d’armi – sul soffitto del salotto dove tutti si trovavano.

È stato a quel punto che Bruna Caddori, spaventata per l’esplosione ha chiamato i due fratelli.

Il pensionato si è trovato davanti Andrea e Roberto Caddori mentre andava via da casa della sorella. Ne è seguito un alterco, Doa ha estratto la pistola e ha esploso quattro colpi a distanza ravvicinata, due per ognuna delle vittime, che hanno raggiunto i due fratelli al torace uccidendoli.

Per loro, lo stesso destino del padre, Angelo Caddori, ucciso all’età di 49 anni in un agguato in campagna nel novembre del 1983. Un omicidio ancora senza colpevoli.

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