A Grazia
Una piccola donna tra le pagine della montagna
che sognava furtiva di amori e di briganti,
contro le menti di un pregiudizio antico
parlava al vento dominando gli sparvieri.
Ai piedi dell’Ortobene mirava i lecci millenari
nella solitudine del maestrale che cantava madrigali,
vivevano gli eroi nelle storie vissute mille volte
almanaccando tra le vallate scoscese sul Cedrino.
Con la sua cavalla murina dolce alla briglia
tra il cisto e le distese di asfodelo,
sul tratturo che portava sotto il monte
giungeva con la penna avida di sogni.
Sognava di volare al di la di questa terra antica
oltre le coltri del mar di Baronia,
tra le pagine libere di un mondo sorprendente
e ricordare con dolcezza l’odore acre dei camini i ardenti.
Tra le canne al vento di un intimo presaggio
cavalcava sui sapienti di un estremo evento,
con il cuore tra le mani che pareva potesse volare
saliva leggera fino in cima di un Olimpo eterno.
Gianni Manca
© Tutti i diritti riservati