La vicenda della vendita dei profili genetici dei centenari sardi è oggetto di una apposita interrogazione presentata dai Riformatori sardi in Consiglio Regionale (primo firmatario Luigi Crisponi). Al Presidente Pigliaru cui è rivolta l’interrogazione, viene chiesto se era a conoscenza della vendita del patrimonio dei campioni biologici e se non sia il caso di avviare un indagine interna all’amministrazione centrale e ai centri di ricerca delle società in house per la grave disattenzione mostrata in tale delicato frangente. Gli interroganti hanno anche chiesto a Pigliaru di adoperarsi per riuscire almeno a mantenere l’uso dei preziosi dati a disposizione del mondo scientifico regionale.
«Il patrimonio genetico oggetto della vendita ammonta a 230 mila campioni biologici rivenienti da 13 mila cittadini sardi presi in esame – scrive Crisponi nell’interrogazione. La vendita di tale consistente patrimonio genetico (conseguente alla procedura fallimentare del San Raffaele di Milano alla cui fondazione venne venduta la società SHARDNA), è avvenuta in favore della società Tiziana Life Sciences con sede nel Regno Unito; tale operazione se da un punto di vista scientifico-commerciale appare lecita e chiara, altrettanto non lo sono la liceità che un tale patrimonio di dati riguardanti l’identità biologica della popolazione sarda possa essere messo nella disponibilità esclusiva e definitiva di una società estera, oltre che per una cifra risibile, pur rappresentando un incommensurabile valore in termini scientifici – conclude il consigliere regionale- tenuto conto che nonostante la notizia circolasse da tempo negli ambienti scientifici, da parte degli organi regionali non c‘è stata la necessaria sensibilità e sufficiente attenzione per valutare gli effetti di tale dismissione per mantenere tale ricchezza, nella totale disponibilità del mondo scientifico, universitario e della ricerca isolano».
I Riformatori chiedono al Presidente Pigliaru:«se sia a conoscenza di quanto su esposto; se non ritenga corretto avviare una indagine interna per comprendere quali motivazioni abbiano spinto le società in house regionali nel campo della ricerca e la stessa amministrazione centrale a mostrare disinteresse verso tale incredibile cessione del patrimonio biologico. Quali iniziative ritenga di porre in essere affinché tale ingente patrimonio genetico possa restare nel perimetro della ricerca isolana».