Fa discutere la richiesta del primo cittadino di Monastir di allestire la struttura nel suo territorio
L’argomento dell’apertura della scuola forestale nel capoluogo barbaricino torna alla ribalta della cronaca in quanto è notizia di questi giorni che il primo cittadino di Monastir ha manifestato l’interesse di creare le condizioni per allestire la struttura nel suo territorio.
L’associazione A.P.A.N. (Associazione. Piccole. Medie. Imprese), fa la situazione sul punto evidenziando che la sede della scuola, che secondo accordi istituzionali ben precisi dovrebbe essere ubicata a Nuoro, è cambiata almeno dieci anni, periodo corrispondente, con l’alternarsi delle Giunte Regionali e del colore politico.
«È dal 2006 che si parlava della scuola forestale e da quell’anno la scelta della Regione individuava Nuoro con sede nell’ex albergo Esit nel monte Ortobene. Nel 2009 deliberava di collocare la scuola nei locali dell’ex Comunità Montana di via Trieste. Nel 2011 con legge Regionale n. 16 del 4 agosto, stabiliva l’ubicazione della scuola nell’ex vivaio forestale di Su Pinu con un finanziamento di sei milioni di euro- afferma Gian Franco Seddone. Nel 2013 l’Assessore all’Ambiente proponeva quale sede della scuola forestale Santa Caterina Di Pittinuri. Nel giugno del 2014 l’onorevole Daniele Cocco capogruppo Sel, chiedeva alla Giunta regionale di ospitare la scuola forestale a Burgos nei locali della Scuola di Polizia a Cavallo. Nel gennaio 2015 il sindaco Bianchi otteneva dal presidente Pigliaru la garanzia del trasferimento dell’ente foreste a Nuoro oltre all’impegno della scuola forestale da ubicare nella zona di Su Pinu ex vivaio forestale. Questo è un excursus di dieci anni a cavallo di tre legislature. Le promesse, i deliberati, le discussioni e le parole non si contano come gli stessi soggetti che le hanno proferite».
«La richiesta del sindaco di Monastir di creare la scuola forestale nella sua- conclude Seddone– città porta a una triste riflessione e cioè che tale richieste non si possono biasimare per il semplice fatto che, le incertezze del governo regionale, le decisioni a lungo termine, hanno lasciato lo spazio ad altre richieste e pretese che hanno le loro fondamenta nella staticità registrata sino a oggi».
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