È una prima battaglia vinta di una guerra infinita contro le Istituzioni quella degli Esposti Amianto che fino a oggi non avevano mai visto riconosciuto che ci fosse stretta correlazione tra l’inalazione di amianto e le malattie che da esso derivano.
Martedì scorso, per la prima volta, un tribunale ha attestato la presenza della fibra killer in quantità tali da ledere gravemente la salute dei lavoratori all’interno di uno stabilimento industriale.
Questa vittoria è stata festeggiata dall’associazione AIEA (Associazione Italiana Esposti Amianto) ieri mattina con una conferenza stampa alla quale ha presieduto la presidente regionale Sabina Contu, il sindacalista della CGIL Salvatore Pinna, il rappresentante locale Francesco Tolu e il presidente locale dell’A.N.M.I.L. (associazione Nazionale Mutilati Invalidi del Lavoro) Tonino Sechi.
Con una relazione del 2003 la Contarp, (Consulenza, Tecnica, Accertamento, Rischi e Prevenzione), l’organo tecnico INAIlL che ha il compito di valutare se questa tipologia di lavoratori siano stati esposti all’amianto oltre la soglia stabilita per legge (che è pari allo 0,1 per centimetro cubo), ha sempre negato la presenza della fibra killer nonostante, come evidenziato in conferenza, dal 1992 al 2001 siano stati effettuati dall’ASL dieci piani di bonifica all’interno dello stabilimento industriale di Ottana per rimuovere 140 tonnellate di amianto.
Il collegio giudicante della Corte d’Assise del Tribunale di Sassari, composto dalla presidente Maria Tersa Spanu e dalle consigliere i magistrati Francesca Lupinu e Maura Nardin hanno riconosciuto i contributi previdenziali ai due ex lavoratori esposti all’amianto che lavorarono negli stabilimenti dell’Enichem di Ottana dal 1973 al 1996.
La sentenza ha annullato il verdetto del Tribunale Civile di Nuoro del 14 aprile scorso, che aveva bocciato il ricorso dei due operai che in quegli anni svolsero le mansioni rispettivamente di elettricista e operatore strumentista.
La Corte di Sassari ha condannato l’INPS a rivalutare l’anzianità contributiva dei due operai, a pagare la differenza sulle posizioni contributive e le spese legali relative ai due gradi di giudizio.
Questa sentenza tuttavia verrà impugnata solo da una decina di ex operai esposti amianto perché tutte le altre cause o sono andate in prescrizione oppure alcuni di questi lavoratori sono già morti da tempo.
Complessivamente sono 1441 gli operai esposti all’amianto che hanno fatto domanda previdenziale e di questi solo 12 si sono visti riconosciuti i contributi, mentre su 77 casi di malattia professionale, l’I.N.A.I.L. ne ha riconosciuto solo 6.
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