Anziani svegliati alle 4.30 del mattino, riuniti in luoghi freddi e non salubri perché gli operatori socio sanitari potessero terminare prima il turno delle pulizie.
Legati e chiusi a chiave nelle stanze; non lavati; sedati con dosi anche doppie di tranquillanti rispetto alle prescrizioni mediche in modo da non dare problemi agli infermieri che in questo modo potevano “riposare” in tutta tranquillità.
E ancora spintoni, calci, pugni e schiaffi gratuiti e quotidiani.
Tutte le immagini delle violenze e delle torture agli anziani
È un quadro da incubo quello venuto fuori dal racconto fatto dagli inquirenti questa mattina nel corso di una conferenza stampa tenutasi in Questura, a Nuoro, in relazione ai presunti maltrattamenti avvenuti nella casa di cura per anziani “Cooperativa Sociale l’Accoglienza” di via Aosta.
«Le prove sono inequivocabili» fanno sapere dalla Questura: due mesi di intercettazioni ambientali e video riprese che hanno lasciato sconcertati anche gli investigatori che stavano seguendo il caso.
I capi d’imputazione per i dipendenti del centro sono: maltrattamenti continuati ed aggravati da lesioni gravi, abuso di potere, violazione dei doveri inerenti le funzioni, particolare crudeltà, minorata difesa delle parti offese in ragione dell’età avanzata e delle patologie degenerative.
L’indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Nuoro dott. Giorgio Bocciarelli e dal Procuratore della Repubblica Andrea Garau, ha portato alla custodia cautelare in carcere di due operatori socio sanitari, Gianluca Porcu (classe 1978) e Ignazio Poggiu (classe 1961) entrambi nuoresi. Tre sono invece gli obblighi di dimora comminati agli operatori Luciano Mulas (nato a Sassari nel 1979); Genci Nikaj (nato in Albania) e Maria Laura Cadau (nata a Silanus), entrambi del 1969.
Per la direttrice della struttura Rosanna Serra è stata disposta la custodia domiciliare: «Era sicuramente a conoscenza della situazione, in alcuni casi era lei stessa a invitare gli operatori a somministrare più medicinali rispetto alle prescrizioni del medico per avere meno problemi nella gestione degli anziani» raccontano gli investigatori.
Per lei, oltre all’accusa di maltrattamenti vi è anche quella di “violenza o minaccia per costringere a commettere un reato“. Stando agli accertamenti della Squadra Mobile la Direttrice avrebbe più volte minacciato di licenziamento diversi dipendenti per costringerli a dichiarare il falso e concordare le testimonianze al fine di renderle a lei favorevoli e sviare le indagini, in merito al precedente procedimento riguardante la struttura: nel Giugno del 2015, infatti, la residenza per anziani di via Aosta (al tempo “Residenza Familia“) era stata perquisita e sottoposta a sequestro per abbandono di incapaci, somministrazione di farmaci scaduti e per grosse falle nella sicurezza e nelle norme igenico-sanitarie.
Allo stato attuale sono venticinque gli anziani ancora ospitati nella Residenza.
«Non tutti gli operatori sono coinvolti nella vicenda – rassicurano gli inquirenti: molti di loro sono persone valide e oneste che possono momentaneamente garantire il funzionamento ottimale della struttura».
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