La denuncia: spariti 33 su 50 milioni stanziati nel 2012
“… E io pago!“, la celebre frase pronunciata da Totò nella commedia del 1947 riassume alla perfezione la realtà degli imprenditori della Sardegna centrale che parteciparono nel 2012 ai bandi PIA e PFSL e che ad oggi, non solo non hanno ancora ricevuto un centesimo del finanziamento aggiudicatosi anzi hanno dovuto anticipare i soldi per rispettare il cronoprogramma di spesa a loro volta presentato. Si tratta di importi che vanno dai 500mila al milione di euro finalizzati all’acquisizione di nuovi macchinari, all’assunzione di personale e spese varie da sostenere per le loro attività e che invece, in alcuni casi, ne hanno sancito la fine o il tracollo finanziario.
Una folta rappresentanza di questi imprenditori si è riunita ieri mattina nella sede di Confindustria centrale per protestare, per l’ennesima volta, contro la lentezza con cui vanno avanti le procedure di valutazione di PIA (Bandi Pacchetti Integrati di Agevolazione Industria, Artigianato, Servizi e Turismo) e PFSL (Progetti di Filiera e Sviluppo Locale), causa di problemi non solo per le imprese sarde interessate ma anche per la Regione, che rischia di perdere finanziamenti comunitari e, allo stesso tempo, di subire un danno d’immagine.
Correva l’anno 2012 quando si fece una grande campagna d’informazione su una progettazione di sviluppo dal basso che doveva costituire una boccata d’ossigeno per le aziende insediate nell’area di crisi del nuorese.
Fin da subito, invece, come ha denunciato ieri il presidente di Confindustria Roberto Bornioli – si dimostrò un flop sotto tutti i punti di vista. Finanziariamente, poi, c’è un mistero: su 50 milioni di euro complessivi stanziati dalla Regione (delibera di giunta del 2012) ne sono spariti 33 e i restanti 17 milioni per sostenere gli investimenti anziendali sono bloccati perché pare siano privi di copertura finanziaria.
Nel ginepraio della burocrazia Confindustria ha avuto delle risposte su alcuni punti mentre su altri no.
Ad oggi, nonostante “l’impegno” profuso da parte dell’assessore regionale Paci per avere chiarimenti sulla questione da parte dei vertici di Unicredit, gestore dell’istruttoria delle pratiche di finanziamento relativi ai due bandi, rimane l’amarezza e in alcuni casi la disperazione dei 117 imprenditori nuoresi beneficiari, la maggior parte dei quali, come è stato detto in sede di conferenza, a oggi si trovano in queste situazioni: non ha ancora ricevuto il contributo nonostante l’anticipazione dell’investimento, ha portato avanti l’investimento ma non può redicontare perché manca la modulistica, ha faticosamente assunto la metà del personale previsto dal cronoprogramma presentato; qualcuno, infine, ha rinunciato all’importo di cui è risultato essere beneficiario.
Dunque, quello che doveva essere un salvagente per le aziende del territorio è risultato come qualche imprenditore ha definito un “contro bando” al quale forse, era meglio rinunciare fin dall’inizio.