Confartigianato: Ogliastra, un territorio in agonia, oltre 17 mila i senza lavoro, tra questi il 37% sono giovani

La denuncia di Pireddu:«ci saremmo aspettati da Regione e Governo Nazionale più supporto verso chi ogni mattina alza la saracinesca»

57mila residenti, 1.362 imprese artigiane (3 ogni 100 abitanti) che danno lavoro a 2.891 persone, che producono 127 milioni di euro di valore aggiunto e 52 milioni di export. Ma anche 17.907 disoccupati e inoccupati, 16.354 pensionati e il 37,3% di giovani senza lavoro.

E’ questa la fotografia, sempre più sfocata, scattata sull’Ogliastra dall’Ufficio Studi di  Confartigianato Imprese Sardegna, su dati Istat, Ministero Economia e Unioncamere.

«Purtroppo è l’immagine di un territorio alla ricerca perenne di identità, sospeso tra l’idea di uno sviluppo basato sulle piccole aziende oppure sulle grandi imprese che troppe volte hanno contribuito a cocenti delusioni» afferma Giuseppe Pireddu, Presidente di Confartigianato Nuoro-Ogliastra.

«L’Ogliastra, oggi, ha una sola certezza: quella di vivere nell’incertezza – continua il Presidente – incertezza nello sviluppo delle imprese, incertezza nello sviluppo infrastrutturale, incertezza
nell’appartenere a un determinato territorio, incertezza nelle Istituzioni che ancora non si capisce se fuggano o rilancino».

Lo studio dell’Associazione Artigiana sottolinea come le piccole e medie imprese e gli artigiani, il vero motore dell’economica ogliastrina, stiano attraversando una fase difficile e molto delicata.
Alcune realtà, colpite pesantemente dalla crisi, hanno dovuto abbandonare il mercato, altre si trovano in una posizione di galleggiamento. Come è noto, le dinamiche che hanno determinato la
congiuntura provengono da lontano, ma l’intervento delle Istituzioni è insufficiente.

E’ un territorio in grandissima difficoltà, e i dati sull’edilizia, il credito e l’imposizione fiscale lo confermano.

Nelle costruzioni, tra il 2008 e 2014, è scomparso il 26% delle imprese con la conseguenza della riduzione dei dipendenti, passati da 3.000 unità del 2008 a 1.000 del 2015.

Soffrono anche i prestiti; tra il 2014 e 2015 il credito è calato del 4,5% assestandosi sui 31 milioni di euro di affidamenti alle imprese artigiane. Cresce, al contrario, il costo del denaro: l’Ogliastra si conferma tra le zone più care d’Italia: 8,75% (+371 punti base rispetto alla media nazionale)

Altissima anche la tassazione: in Ogliastra una “impresa tipo” (2 titolari + 3 dipendenti, con un immobile produttivo), paga allo Stato 8.857 euro solo per esistere, ovvero 1.771 euro a dipendente.

«Ci saremmo aspettati da Regione e Governo Nazionale più supporto verso chi ogni mattina alza la saracinesca, lavora, dà lavoro e produce ricchezza – continua  Pireddu – la Confartigianato, a livello territoriale e regionale, c’è sempre nella sua azione di proposizione e di condivisione. Per questo occorre, con gli esponenti della Politica locale e Nazionale, ri-avviare un ragionamento di ampio respiro: dalle questioni legate ai tributi alle iniziative da intraprendere sul versante dell’edilizia, dell’agroalimentare, della cantieristica e del turismo, per citare quelli che noi riteniamo, ad
esempio, essere i settori strategici sui quali puntare per trascinare poi gli altri comparti. Dalla Regione – continua il Presidente – ci saremmo aspettati anche la delibera per l’istituzione della Zona
Franca anche in Ogliastra e non solo nel Sulcis e Olbia. Così non è stato e siamo molto delusi perché avrebbe contribuito a rilanciare l’economia. Ne prendiamo atto».

Più volte la Confartigianato ha anche denunciato il tentativo, da parte dello Stato, in nome di un inconcepibile taglio dei costi, dell’abbandono di popolazione e territorio: «chiudere la Camera di
Commercio e il Tribunale, ridurre gli Ospedali e la Motorizzazione, smobilitare i presidi di Pubblica Sicurezza – continua Pireddu – significa abbandonare i territori, le popolazioni e le imprese a un
destino incerto. E questo deve essere impedito. E’ necessario un ripensamento verso queste scelte che sarebbero devastanti ma soprattutto potrebbero creare un effetto domino di fuga dal
territorio».

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Sonia