Su 377 Comuni solo Baradili e Arborea hanno raggiunto il quorum
Il risultato definitivo in Sardegna: neanche un terzo degli elettori sardi si è recato alle urne per il referendum sulle trivelle in mare entro le 12 miglia.
Su 1.381.426 i votanti sono stati 446.907 cioè il 32,34%. Non ha fatto breccia neppure nell’Isola il fatto che la Sardegna fosse una tra le nove regioni italiane ad avere promosso il quesito con un voto quasi unanime del Consiglio regionale: alla fine della giornata elettorale è solo sesta su nove per numero di votanti. Ha vinto il Sì con il 92,4%, mentre i No si sono fermati al 7,6%, ma la consultazione non è valida per il mancato raggiungimento del quorum.
Nell’Isola su 377 Comuni solo in due si è superata la soglia del 50% più uno: a Baradili, la comunità più piccola della Sardegna, dove si è arrivati al 65,67% e ad Arborea, città simbolo della lotta alle trivelle sulla terraferma, con il 57,53%.
Andò diversamente negli ultimi due referendum regionali: nel 2012, quando di trattò di scegliere se mantenere o abolire le Province si recò al voto il 35,51% degli aventi diritto (525.661 elettori), mentre nel 2011 per quello sulle scorie radioattive si arrivò al 59,52% (880.593).
Tra tutti gli otto collegi circoscrizionali il dato più alto dell’affluenza è stato registrato ad Oristano con il 36,03%, seguito da Cagliari con il 33,12, quindi Sassari con il 33,07%, il Medio Campidano, con il 32,90% e Nuoro con il 32,04%. Sotto la soglia del 30% il Sulcis con il 29,46%, la Gallura con il 28,88% e l’Ogliastra con il 25,34%. In quest’ultimo territorio, a scrutinio ultimato, la percentuale dei No è quella più alta dell’Isola, l’11,28%, rispetto all’88,72% dei Sì che, invece, “stravincono” in Gallura con il 93,39% (il No si ferma al 6,61%). I più contrari all’estensione della durata delle trivellazioni si trovano però a Goni, in provincia di Cagliari, con il 97,60 di Sì e solo il 2,40% di No. Per contro la più alta percentuale dei favorevoli alle trivellazioni off shore sine die si trova nuovamente in Ogliastra, a Perdasdefogu, dove i Sì raggiungono l’80,09% e i No il 19,91%. Quello di ieri è stato anche un referendum preceduto da tante polemiche. Con il Pd spaccato, a mettere la faccia sul Sì è stato il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, che si è mobilitato in prima persona per rispettare il mandato dell’Assemblea sarda. Dall’altro lato della barricata il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, che prima ha sposato la linea del premier Renzi e poi ha votato per il No.
Il risultato definitivo in Italia: Questi i risultati definitivi del referendum sulle trivelle (ITALIA+ESTERO), secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Interno: Elettori 50.675.406 Votanti 15.806.788, pari al 31,19% Si 13.334.764, pari al 85,84% No 2.198.805. pari al 14,16% Schede bianche 104.420, pari allo 0,66% Schede nulle 168.138, pari all’ 1,06% Schede contestate e non assegnate 663.
Le associazioni del Comitato per il sì al referendum: sulle trivelle presenteranno un ricorso al Ministero dello Sviluppo Economico per chiedere il blocco immediato delle cinque concessioni estrattive entro le 12 miglia. Secondo Enzo Di Salvatore, estensore dei quesiti referendari, «le concessioni sono scadute da anni. La norma prevede che siano prorogati i titoli vigenti, non quelli scaduti. Di conseguenza le aziende petrolifere stanno continuando ad estrarre senza autorizzazione».